L’istinto altrove – Michela Zanarella

Michela Zanarella, una delle voci più interessanti del panorama poetico emergente italiano, è tornata con una nuova raccolta intitolata L’istinto altrove (Ladolfi Editore, marzo 2019).

La poliedrica autrice, padovana d’origine ma residente a Roma, anche giornalista e presidentessa di diverse associazioni culturali, ha messo da parte le tematiche con cui si era caratterizzata nelle sillogi precedenti, quali la nostalgia per la sua terra natale o l’attenzione alla natura, per dare spazio all’amore. L’amore è infatti protagonista assoluto e filo rosso volto ad alimentare i settantadue brevi componimenti di questo “libricino”. Un’opera di piccole dimensioni, che risulta una vera e propria “perla” per la profondità dei suoi contenuti, così come perfettamente incarna il nome della stessa collana a cui appartiene (Collana Perle poesia).

Che poi, un autore matura e si evolve, ma non perde di certo i propri orizzonti; non si eclissa del tutto in favore di altro. Ecco per cui che, chi ne conosce la poetica, può ritrovare Michela Zanarella in ogni anfratto di questi versi, con quei termini che tanto le sono cari, insieme alla voglia di sospendere il tempo e trattenerlo in un ricordo, perché soltanto così l’esistenza (la propria e quella della persona amata, la loro unione) avrà avuto un senso e non sarà stata vana. Quel legame raggiungerà l’infinito, per riprendere un concetto che mi è parso di leggere chiaro fra le righe.

Ciò che viene cantato in questi versi è un amore “silenzioso”, che non ha bisogno di sbraitare per affermare la sua presenza; un amore garbato che può palesarsi anche nell’assenza, anzi, soprattutto nell’assenza, a fior di labbra o taciuto proprio perché prezioso. Soprattutto, quello che viene evidenziato è un sentimento radicato, quasi gli amanti diventassero l’uno l’estensione dell’altra, e la voce fosse superflua per far fluire parole che si concentrano nella reazione delle guance; delle ciglia che si sollevano e fanno passare la luce; di un abbraccio che può essere eterno solo dal momento in cui è pensato e ritenuto possibile. Un amore che può essere concepito come riparo dal dolore e porto sicuro cui tornare, perché la vita riserva talmente tanta “ruggine”, a voler scavare, che a nulla possono le labbra tentare di sorridere. Talvolta le labbra “cigolano” e rimane la speranza che la persona amata accetti ogni singola fragilità, senza farsene cruccio. Le mani coi palmi aperti, lì, pronti a ricongiungersi in un abbraccio che è “curativo”, quasi passasse per l’intero sistema linfatico e desse nuova vita a vene gonfie, pronte a riceverlo.

Al di là di parole che ritornano costanti, perché caratteristiche dell’autrice e del suo modo di poetare (pioggia, luna, vento, silenzio, ciglia), in questa nuova raccolta c’è tanto sole, tanto mare e schiuma di onde. Abbondante luce e riferimenti positivi di chi vuole aprirsi alla vita.

Nel consigliare la lettura de L’istinto altrove, che fra l’altro si pregia di una prefazione scritta da Dacia Maraini, voglio concludere citando Sono fatta di carne e silenzio, la poesia di questa raccolta che più di tutte mi ha comunicato il senso da dare ai versi di Michela Zanarella.

Sono fatta di carne e silenzio
nuvole sciolte e tormento.
Non ti ho mai detto quanto cielo
vorrei portarmi dentro
invece in me ha radice la notte.
Mi sfamo così del buio
e quando mi vedo più nera
di una sera senza luna
mi rivolgo altrove
in un corpo che non è più
nemmeno mio.


E non me ne voglia l’autrice se nelle sue parole ho sognato un posto solo mio, rincantucciato fra un verso e l’altro. Una “panacea” che la poesia dà a chiunque, non importa se coadiuvato o meno nella vita da un grande amore.

L’istinto altrove
Michela Zanarella
Ladolfi, marzo 2019
Pagine: 82
Prezzo: € 10,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa