Ninfa dormiente – Ilaria Tuti


I thriller di Ilaria Tuti posseggono un valore aggiunto: la bellezza della prosa. Così com’è stato per Fiori sopra l’inferno (Longanesi, 2018), l’autrice riesce sempre a ritagliare un angolo di poesia ad ogni descrizione, tanto che talvolta risulta quasi “sprecata” per un genere dove gli eventi si susseguono in maniera martellante. Sprecata, per un eccesso di talento, ovvio. 

La maestria con cui ella riesce a tenere alta l’attenzione del lettore è frutto di un grande lavoro di pianificazione, là dove la suspense acuisce picchi perfettamente in linea col genere thriller. Per cui, in sostanza, Ilaria Tuti è a suo agio con queste trame complesse, che attingono alla memoria degli uomini e alla natura incontaminata, passando addirittura per l’esoterismo e la fiaba nel suo senso primordiale, quello più cruento. Ci troviamo al cospetto di un’ottima scrittrice, che riesce a dare forma a storie suggestive in cui la natura umana è protagonista, con le sue luci e le sue ombre; coi chiaroscuri lievemente tratteggiati che rimangono sullo sfondo e poi, in dirittura d’arrivo, si ricompongono e ci donano uno sguardo d’insieme. Non a caso, l’autrice di origine friulana, ama molto la pittura e il disegno.

E proprio un dipinto è all’origine di questo secondo romanzo, Ninfa dormiente,  edito da Longanesi nel maggio 2019 che, sulla scia del precedente, sta avendo grande successo di pubblico e di critica.

Il un paesino della Val Resia, piccolo microcosmo situato nella parte nord orientale del Friuli Venezia Giulia, dove sono conservate tradizioni di ceppo slavo e si utilizza una lingua antica, viene ritrovata un’immagine di donna tracciata con sangue umano, risalente al 20 aprile del 1945, poco prima che terminasse il secondo conflitto mondiale. L’opera, data negli anni per dispersa, è stata realizzata da un partigiano che si nascondeva fra quei boschi, allora poco più che ventenne, che dopo quell’esperienza ha perduto completamente l’uso della parola, cadendo in uno stato catatonico di assoluta apatia. 

Un anziano nel suo letto, questo è adesso quel pittore. Egli non proferisce verbo, eppure sa! Conosce il segreto dei fatti dell’epoca. Ed è qui che entra in campo il secondo punto di forza di Ilaria Tuti: il suo commissario Teresa Battaglia. Una donna tenace, ma profondamente umana, alla soglia dei sessant’anni, diabetica e con mille magagne. Un personaggio credibile: una di noi. Abituata a trattare con chiunque con innata empatia, per quanto burbera nei modi, assieme a Massimo Marino, il suo ispettore “sofferente” che cercherà di aiutare come farebbe una madre, Teresa dovrà far luce su quanto avvenuto più di settant’anni prima. Chi era quella ragazza nel dipinto, da tutti conosciuta come la ninfa dormiente? E cosa ne è stato di lei?

Il male ha diverse facce, e Teresa lo conosce bene. Lo attraversa quotidianamente, donando a tutti un poco della sua compassione. 

Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno.
Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. 

E così, proprio mentre il commissario Teresa Battaglia si sta avvicinando alla verità, in paese accadono nuovi eventi delittuosi. L’assassino è vicino e pare voler giocare con lei. Intende impossessarsi a tutti i costi dei suoi ricordi e della sua metodicità, al fine di lasciarla indifesa di fronte al suo destino. Ma una squadra è anche una famiglia, e Teresa non è sola. Nell’indagine interverrà persino un nuovo personaggio, anzi due. Si tratta di Blanca, una ragazza non vedente che col suo cane Smoky effettuerà delle ricerche “particolari”. La loro specialità è ritrovare cadaveri, sepolti da tempo, riuscendo in imprese considerate impossibili.

Oltre alla bella prosa di Ilaria Tuti e alla potenza dei suoi personaggi, che risultano indelebili nella memoria del lettore, l’ultima parola spetta al paesaggio. Intricato, ma pittoresco; ostile e amico. Maestoso come le sue montagne. Come questi romanzi, di cui ci si innamora. Ed è un peccato quando finiscono. 

Ninfa dormiente
Ilaria Tuti
Longanesi, maggio 2019
Pagine: 478
Prezzo: € 18,60

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa