O l’Unione Europea o i nazionalismi sovranisti

Era il 9  novembre 1989 quando il muro di Berlino veniva sbriciolato dai cittadini della Germania Est, nel segno di una libertà riconquistata con l’avallo delle autorità della Repubblica Democratica Tedesca, in quanto viveva la crisi comunista ormai irreparabile per le aperture di Gorbaciov e per le sferzanti richieste dei  paesi baltici, reclamanti la loro sovranità etnica nei confronti dell’U.R.S.S., fino ad allora compressa con la centralità del Soviet Supremo. Con la morte di Tito anche la Jugoslavia si dissolve e quindi ai nazionalismi dei paesi della ex U.R.S.S. si aggiungono i paesi balcanici: Croazia, Bosnia Erzegovina, Slovenia e Macedonia. Si ritorna ai nazionalismi del primo novecento e ai rivolgimenti della prima guerra mondiale che modificarono l’assetto europeo con la scomparsa dell’impero tedesco, di quello Russo e Austro-Ungarico.                                                                          

Si torna indietro
Non è facile ricollegarsi ai fatti storici di cento anni fa, infatti i cambi generazionali  hanno reso la memoria molto debole, perché dopo la caduta del muro di Berlino solo una sparuta minoranza capì ciò che stava succedendo, il resto si glorificava con la fine della guerra fredda, aggredendo tutte le ideologie, celebrando la fine della società di classe e instaurando il concetto di società di massa e della sovranità popolare. I partiti storici finirono in una lenta agonia non avendo più interessi di classe da rappresentare e difendere mentre i valori di un tempo  ormai contavano sempre di meno, determinando una crisi irreversibile. In Italia questi partiti scomparvero dopo l’inchiesta di “mani pulite”, dal partito più grande del governo come la DC a quello più grande di opposizione come il PCI, il quale si è trasformato in continuazione, fino a perdere la propria identità senza riuscire a costruire un’ idealità nuova capace di soddisfare le esigenze di una società, cambiata non solo sotto l’aspetto geo-politico ma subendo l’incalzare sprezzante delle ideologie etniche che fondano la loro azione sui nazionalismi e trovano consensi nelle insoddisfazioni delle masse. Così i partiti tradizionali annaspano in tutta Europa perdendo il consenso di prima, al loro interno predominano litigi e divisioni e viene meno la capacità di trovare idee alternative in senso unitario.                                                                                                                                  

I nuovi assetti della politica
In Italia nasce così la Lega Nord ed in molte altre nazioni proliferano le istanze di regionalismo e nazionalismo, dieci anni dopo nasce anche il movimento cinque stelle che celebra la fine dei partiti tradizionali e inaugura un nuovo sistema on-line, gestito da un capo al quale gli aderenti debbono sottostare. L’adesione dei paesi del “Blocco orientale”, entrati nell’Unione Europea carichi di nazionalismo, razzismo, autoritarismo e tutto ciò che restringe le libertà, ha contribuito in modo preponderante a mettere in crisi la politica dei paesi entrati nell’Unione prima della caduta del muro di Berlino, indebolendo così la gestione dell’Europa, carente anche per le nuove sfide che il mondo propone. I partiti che resistono alle intemperie della politica dovrebbero riuscire a trovare e far convergere le tematiche dell’universalismo da contrapporre ai pericolosi nazionalismi e sovranismi che diffondono solo odio. Un diritto o una libertà non si dovrebbe perdere allorquando si oltrepassa il confine di uno Stato, il diritto allo studio è un valore universale, come lo è il diritto al lavoro o il diritto alla salute. I confini nazionali non dovrebbero mai poter modificare questi principi che invece i nazionalismi e i sovranismi tendono pericolosamente ad abolire con metodi non fascisti o bolscevichi, ma ancora peggio. In Italia i sovranisti governano come un continuum della nostra Costituzione Repubblicana, restringendo la forma di governo in un governo di pochi, in cui il capo è nelle mani di due oligarchi “Salvini e Di Maio”, i quali spesso esercitano il potere mortificando le leggi, favorendo interessi particolari, a volte surrogando il capo del governo e altri ministri nei ruoli assegnati loro dalla Costituzione, agendo quale espressione di una “classe eletta”, libera di violare ogni regola. Sono coloro che innalzavano il cappio in parlamento gridando “Roma ladrona”, rubando 49 milioni di euro e riservandosi il privilegio di non andare in galera, diversamente di ciò che accadde con “mani pulite”, dove ci fu chi si tolse la vita. Costoro non hanno neanche la sensibilità del sole  che arrossisce la sera prima del tramonto, possiedono una sfacciataggine tale da vedere solo gli errori degli altri. La sovranità del popolo italiano è garantita dalla nostra Costituzione, che all’art. 1 afferma: “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, ben lontana dal sovranismo etico. La sovranità dell’Unione Europea è una sovranità condivisa che fra l’altro i paesi del sovranismo etico dell’est europeo, aderenti all’unione, non hanno mai voluto modificare con il cd “trattato di Dublino”, bloccando così le modifiche ai doveri degli Stati nell’utilizzo dei confini nazionali.

Strategie per annientare l’Unione Europea
Adesso vengono cavalcate strategie che ci riportano indietro non solo in senso ideologico ma anche in senso geopolitico. Dopo la disfatta del “patto di Varsavia” la Russia tende di aggangiare la Germania e la Francia per contrastare l’Unione Europea e creare un’alternativa al “Patto Atlantico”, favorendo i sovranismi etici nazionali col rischio di incrinare i rapporti fra le nazioni dove le conflittualità raggiungono tensioni elevate tali da ingenerare discordie fra nazioni. Un conflitto mondiale ormai è aborrito dalle grandi potenze, infatti gli Stati Uniti tendono a sostenere l’Unione Europea come posizione strategica mentre la Cina rimane vicina alla Russia quando si incrinano i rapporti con l’America e viceversa quando i rapporti peggiorano con la Russia. L’Italia sta vivendo il cosiddetto “Russiagate”, ma ciò è solamente un frammento del metodo di come viene governato il mondo, le multinazionali non hanno confini territoriali e agiscono come fantasmi entrando in ogni nazione, determinando la fortuna o la sfortuna dei leader sovranisti, sostenendoli fino a quando sono allineati ai loro interessi e  facendoli cadere in bassa fortuna quando non sono allineati alle loro strategie globali, tanto che si spacciano con l’acronimo T.I.N.A. – ossia: There Is Not Alternative, cioè non c’è alternativa. Si guarda all’Europa, ma se essa dovesse finire in nome del sovranismo, allora sarà inevitabile una guerra fra nazioni. Per questi motivi bisognerebbe attenzionare il nostro paese dove è in corso una guerra fra poveri, alimentata dall’odio, pericoloso per la politica e per la società, specie quando aumenta la povertà e la ricchezza si restringe sempre più nelle mani di poche persone, in una società dove ormai sono scomparsi proletari e borghesia.

Bisogna lottare per una affermazione democratica
Diventa quindi pericoloso non riaffermare la nostra democrazia anche con la lotta facendo partecipe il popolo per percorrere la via del progresso e delle civiltà più avanzate. I sovranisti si presentano come difensori della Nazione e della Patria contro l’Unione Europea per distruggerla, usano lo slogan “prima gli italiani”, per additare l’Unione Europea come causa della distruzione dell’identità nazionale in quanto professano la dottrina politica che predica la riacquisizione della sovranità contro ogni istanza politica sovranazionale. Siamo quindi di fronte ad un bivio: o L’Unione Europea o i Nazionalismi con tutti i rischi connessi.

Franco Santangelo

Critico e Storico