Intervista a Ilaria Palomba

La scrittrice Ilaria Palomba sabato 22 febbraio presenterà il suo libro Brama alla libreria “La porta gialla” di Tivoli, sita in via Parmegiani 10. Il suo  è un romanzo particolare dove echeggia in tutte le sue  pagine l’oscurità e l’ombra. Quando si parla di fallimento, di problemi dell’anima non è facile raccontarli ed è proprio la stessa scrittrice che in questa intervista svela i particolari e come è nato il romanzo. 

Bianca, la protagonista del suo libro è una donna molto fragile che passa parte della sua esistenza in reparti psichiatrici e con un passato e una famiglia alle spalle che sicuramente non l’ha aiutata, qualcosa su questo personaggio e Bianca è un riferimento a qualcuna che conosce o le è vicina?
Bianca è un alter ego letterario, pertanto vive pienamente situazioni che io non ho vissuto, o meglio, ho solo sfiorato. I dialoghi su “dissipatu.blogspot.com”, che conduco da circa un anno, mi hanno aiutata nella costruzione del personaggio, nel suo rapporto in particolare con il sistema psichiatrico. Purtroppo, mi rattrista dirlo ma, a seguito delle esperienze di cui sono venuta a conoscenza grazie alle interviste di “dissipatu”, la psichiatria ha fallito. Non ci sono farmaci che leniscano realmente il dolore dell’anima, non ci sono terapie adeguate alle fragilità del nostro tempo, legate per lo più alla sofferenza dell’inadeguatezza e dell’esclusione. Se continuiamo a medicalizzare e anestetizzare il grido di chi è rimasto fuori dal sistema non ne comprenderemo mai la portata. A tal proposito vorrei spezzare una lancia in favore di Joker di Todd Phillips, Joker rappresenta la disperazione di oggi e la comprende molto meglio di qualsiasi psichiatra, psicologo, assistente sociale: la disperazione di chi non è nato matto, lo è diventato proprio a causa dello stigma. La diversità non è un reato, è una ricchezza, forse persino un dono. Se continueremo a trattare la diversità come una malattia gli esiti saranno sconcertanti. Nessuno nasce buono o cattivo, sono le risposte del contesto in cui vive che generano la mostruosità.

L’incontro con il filosofo Carlo sarà molto duro per entrambi, come è nata l’idea di questo incontro nel suo libro?
Il personaggio di Carlo Brama nasce da un’attenta lettura dell’opera omnia di Emil Cioran, volevo creare un Ciorna dei nostri tempi, Bianca se ne innamora come me ne innamorerei io. Il loro rapporto è funesto perché sono due Mister Hyde in una società di Dottor Jekyll, si riconoscono simili ma non riescono ad amarsi senza distruggersi o autodistruggersi, Carlo questo lo comprende subito perciò rifugge Bianca, lui è un sapiente e vede le sciagure ingenerate dal loro incontro ma Bianca, il principio oscuro, l’istinto, la passione è più forte delle precauzioni di Carlo. In fin dei conti Brama è un romanzo mistico-alchemico, non è solo un romanzo che ribalta il fenomeno del femminicidio, ha un sotto-testo esoterico in cui il bronzo diventa oro.    

Possesso, amore, una madre troppo attaccata a sua figlia e un padre completamente distante, qual è il suo rapporto con i suoi genitori?
Nulla di ciò che scrivo può essere riportato fedelmente alla realtà, dunque alla mia biografia, la mia vita non ha nulla di speciale rispetto a quella di chiunque altro, la mia scrittura invece forse sì proprio perché arricchita dall’elemento inconscio, dal simbolico e dall’immaginario. Brama ha due grandi punti di riferimento filosofici: La caduta nel tempo di Emil Cioran e Il libro rosso di Carl Gustav Jung. 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice