Intervista a Roberto Di Sante

Lo scrittore Roberto Di Sante il 6 marzo sarà a Tivoli per raccontare del suo libro Tre alla libreria Mondadori con l’interpretazione di alcune parti della storia dell’attore Sebastiano Gavasso. In quest’intervista si racconta e ci fa capire quanto siano importanti le piccole cose della vita.

Aldo il personaggio del suo libro colpisce da subito, c’è qualcosa di lei in lui?
Tanto e poco. Non pensavo di fare un altro libro con lo stesso personaggio di Corri. Dall’inferno a Central Park. Un uomo caduto nel pozzo buio della depressione e tornato alla vita grazie a un filo magico al quale si era appeso: un sogno impossibile, quello di correre la maratona di New York. Ma a un certo punto di Tre avevo bisogno di un personaggio in partenza da un aeroporto ed è tornato Aldo, pronto a imbarcarsi su un volo per Chicago. Mentre Corri aveva un ottanta per cento di autobiografico, qui c’è solo un venti per cento di esperienze personali. Quelle che mi sono servite per costruire un puzzle che è diventato un romanzo dove magia, amore e coraggio si fondono. Un libro sulle scelte. Sul coraggio, appunto, di avere coraggio. O non averlo. Con un finale, lo dicono i lettori, inaspettato.

La leggerezza e la voglia di rialzarsi sono le tematiche di questo libro, oggi ci troviamo in un mondo dove leggerezza, spensieratezza sono scomparsi quasi totalmente, come si potrebbe recuperarli?
Partendo dalle poche cose che abbiamo, quelle che ci sembrano piccole e invece sono immense. Essere consapevoli che già vivere è un’avventura meravigliosa. Godersi tutto, dalla chiacchierata con un amico a un sorso d’acqua a una fontanella, da una buona colazione allo sguardo di chi ami o vorresti amare. Sentirsi fortunati di respirare, di uscire all’aperto e di  prendersi anche la pioggia. Perché il destino sa colpire duro e quando lo fa mette spesso, a segno non un colpo, ma due. Per stenderti al tappeto. Ecco, quando sei a terra, non abbatterti.  Respira, recupera e aspetta che l’arbitro conti fino a nove. Poi rialzati. Perché l’unica scelta che si ha è quella di andare avanti. Anche contro vento, contro tutto. Attaccato allo straccio di un sogno nella speranza diventi un vestito leggero e profumato.

Presenterà a marzo il suo libro a Tivoli, qualcosa su questo ?
Avevo già incontrato il pubblico di Tivoli con Corri. Dall’inferno a Central Park ed è stata un’ esperienza emozionante. Un mondo di anime che mi ha arricchito e continua a sostenermi. Una sera che non dimenticherò mai, momenti di gioia e speranza da far ballare il cuore. Ora, grazie alla sensibilità e alla professionalità della libreria Mondadori, il 6 marzo potrò tornare di  nuovo a Tivoli, una città alla quale sono particolarmente legato. E sono felice di farlo con Tre.

Tornando a lei quando è nata la passione per la scrittura e uno scrittore a cui è legato?
Mi viene da ridere. Perché ripenso a quando facevo la quarta elementare  e in tv trasmettevano lo sceneggiato Il conte di Montecristo, tratto dal grande romanzo di Dumas. Ricordo che scrissi una parodia di quella storia e la chiamai Il conte di Monte Cavo, un monte che si trova sopra Marino, ai Castelli Romani, dove sono cresciuto. E ai personaggi diedi i caratteri dei miei compagni di classe.  La scrittura è stata ed è la mia vita, come giornalista e autore. Lo scrittore a cui sono legato è un alieno vissuto in Inghilterra oltre 400 anni fa: William Shakespeare. Un contemporaneo che amo molto invece è Daniel Glattauer.

Progetti futuri?
Riprendere a lavorare al  mio “secondo” libro che a giugno ho interrotto per scrivere Tre. Una storia ambientata tra Los Angeles e Torvaianica. Tre, che all’inizio doveva essere un libretto di sole dieci pagine, attraverso una serie di segni, incontri e piccole magie è diventato un libro di oltre centoquaranta  pagine. Un libro che non c’era e che un tiro ad effetto in una calda estate ha fatto nascere. Insieme alla realizzazione del “secondo” libro sarò impegnato anche a seguire il tour a teatro di Corri. Dall’inferno a Central Park. La storia di Aldo Amedei, dopo sei ristampe, è diventata uno spettacolo teatrale con Sebastiano Gavasso e la musicista Giovanna Famulari per la regia di Ferdinando Ceriani. Insomma, si continua a correre. Tra presentazioni di Tre e repliche di Corri. Da Bolzano a Pantelleria. Passando per Tivoli.  Mai smettere di sognare. 


Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice