Storia del nuovo cognome – Elena Ferrante

Sono tornate Lila Cerullo e Elena Greco, le audaci protagoniste della quadrilogia de L’amica geniale. Proprio in questi primi mesi del 2020, la Rai sta trasmettendo la fiction di Saverio Costanzo, sulla scia del grande successo che ha avuto la trasposizione del primo volume. 

Logico quindi è stato andare a leggere il romanzo di Elena Ferrante, esattamente il volume secondo che ha per titolo Storia del nuovo cognome. Ritroviamo le due ragazze dove le avevamo lasciate, al matrimonio di Lila che, sebbene appena sedicenne, ha sposato Stefano Carracci. Quest’ultimo è il figlio del defunto Don Achille ed è proprietario di una salumeria che potrebbe allontanare l’intera famiglia dei Cerullo dalla povertà in modo definitivo. Tanto più che Stefano è in combutta coi Solara, i due intrepidi fratelli camorristi e strozzini, che tengono in scacco l’intero rione.

Stefano però è un violento e Lila, che tutto è fuorché una persona accomodante o passiva, si trova ben presto a comprendere di avere fatto un grosso errore a sposarlo.

Elena, dal canto suo, si limita a studiare, poiché tutti sembrano farle spazio nella propria vita esattamente per permetterle quello. Ella si trova presto ad invidiare lo status sociale raggiunto dall’amica: la sua bella casa con la vasca da bagno, i bei vestiti, il lavoro prima alla salumeria e poi al negozio di scarpe in centro, a via dei Martiri. 

Mai come in questi capitoli emerge il senso della storia. Due ragazze che vogliono ad ogni costo lasciarsi alle spalle la povertà del rione popolare di Napoli dove sono nate. Lila, assolutamente geniale per inventiva, lo fa da subito, attraverso espedienti pratici. Si inventa mille lavori; mille sodalizi. L’altra, Lenù, più pacata, è esperta nell’arte dell’attesa e attraverso lo studio – intanto però pensa a farsi amicizie importanti, che le possano dare una mano – mira a crearsi un futuro. 

Gli amici di sempre, Ada, Pasquale, Carmen, Enzo, Pinuccia, Antonio, ruotano attorno alle due amiche, ma non hanno ruoli marginali. Anzi, contribuiscono ad alimentare quel clima di attesa, di colpi di scena che si susseguono, di svolte inaspettate.

Particolarmente significativi sono i capitoli della vacanza a Ischia, dove Lila e Lenù si trovano a contendersi l’amore per Nino, il “figlio grande” dell’ambiguo giornalista-ferroviere Domenico Sarratore. Lila lo conquista, mentre Lenù rimane ai margini, a rimuginare su quel tradimento. Lila però è sposata, è la signora Carracci, e non mancheranno i guai, le “mazzate”, le inversioni di marcia.

Lila e Lenù sono il classico esempio di rapporto di odio e amore. Sono l’una lo sprone dell’altra, la volontà di eguagliarsi e superarsi portata all’estremo. Resta sempre un sentimento di fondo che, fosse anche dopo anni, le fa avvicinare. E quando si ritrovano, nel ricordo della loro fanciullezza, scoprono di essere l’una il porto sicuro dell’altra, la base da cui sono partite e alla quale sempre torneranno.

Dopo il liceo, per Lenù si profila l’università alla Normale di Pisa; per Lila addirittura un figlio, Rinuccio. Ma la strada è ancora lunga per affrancarsi da quel rione che sempre le chiama, attraendole come ci fosse nel mezzo una calamita.

Il romanzo si discosta in più di un particolare, rispetto alla serie televisiva. Ma si comprende che il regista ha dovuto attuare dei tagli per evitare la dispersione della Ferrante. Perché, in effetti, taluni giri di prospettiva al fine dei fatti sono superflui. Quindi la fiction risulta senza dubbio più scorrevole. I tratti salienti e i dialoghi essenziali ci sono tutti.

Per la fluidità della sua prosa, anche il questo secondo volume Elena Ferrante si dimostra all’altezza. In grado d’intrigare e tenere incollato alle pagine il lettore, del tutto ammirato dalle avventure tristi di queste due ex bambine sfortunate.

Storia del nuovo cognome
Elena Ferrante
E/O, 2012
Pagine: 470
Prezzo: € 19,50


Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa