Intervista a Sebastiano Urso

In quest’intervista lo scrittore Sebastiano Urso racconta del suo libro e della sua passione per la scrittura.

Come è nata l’idea di scrivere il Faro che sapeva di mare?
L’idea di scrivere il mio libro di esordio è nata molti anni fa ed è rimasta sopita per parecchi decenni. Sono stato indotto a raccontare parte delle mie memorie di fanciullo per il puro piacere di scrivere e descrivere aspetti caratteriali di personaggi della mia famiglia, o di persone a me care, collocandoli nei rispettivi contesti storici, sociali e ambientali.
Partendo da spunti autobiografici, e narrando avvenimenti concreti o fantasiosi, ho descritto “come eravamo” negli anni sessanta nella costa della Sicilia Orientale tra lo Stretto di Messina e la natìa Siracusa.

Credo che la mia aspirazione sia stata quella di trasmettere alle nuove generazioni ricordi di persone, tradizioni e fatti, con la segreta speranza che non vadano persi. Inoltre ho voluto concretizzare l’idea di esprimere tutto il mio amore per il mare e per il Faro di San Raineri, posizionato sullo Stretto di Messina. Mare e Faro sono stati i coprotagonisti presenti trasversalmente nell’intera narrazione.

Una frase che racchiude il libro?
«Il guardiano del faro dalla torretta della lanterna, a picco sul mare, assisteva ad albe e tramonti di ineguagliabile bellezza; sfidava la calura del sole, le sferzate della pioggia, il sibilo del vento e il rombo dei marosi, godendo di panorami mozzafiato che davano un significato profondo e imperscrutabile alle sue giornate solitarie… sporadicamente riempite da un’imbarcazione che risaliva adagio adagio l’orizzonte del suo mare, aperto sull’infinito.»

Tre aggettivi per descriversi?
Loquace, caparbio, affezionato

Quando nasce la sua passione per la scrittura?
Sicuramente la voglia di scrivere, relazionare, annotare, riassumere è nata con le prime letture e si è subito concretizzata nella stesura di diari quotidiani o di missive. Una volta si usava scrivere tante lettere e cartoline! La passione per la scrittura è poi maturata in età adulta, sostenuta dalla voglia di raccontare, di esternare e condividere ricordi ed emozioni.

Uno scrittore a cui è legato?
Trovo riduttivo parlare di un solo scrittore al quale mi sento legato. Vorrei come minimo esprimere la mia preferenza per uno scrittore ed una scrittrice: Giovanni Verga e Isabel Allende. Entrambi hanno descritto mondi magici e reali allo stesso tempo.

Progetti futuri?
Sto lavorando alla stesura di una storia in parte reale, spesso romanzata, che racconta l’intera vita di una donna scomparsa ormai da tanti anni. Le sue vicende amorose con un professore ebreo sono coinvolgenti e si intrecciano con la sua professione sanitaria, occupando quasi tutto il secolo scorso, scandite dagli sconvolgimenti storici. Approfondirò temi intriganti e complessi come le leggi razziali, le “mammane”, l’aborto clandestino e il boom economico del dopoguerra, in un Meridione minato dalla mentalità mafiosa. Sicuramente racconterò altre storie dell’amato mare di Sicilia, onnipresente in tutte le mie narrazioni.


Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice