Ci diciamo l’oscuro – Helmut Böttiger

Ingerborg Bachmann e Paul Celan: la lingua “oscura” della poesia. Lo scenario su cui si dispiega la ricostruzione biografica e storico-letteraria di Helmut Bottiger nel libro Ci diciamo l’oscuro- La storia d’amore tra Ingerborg Bachmann e Paul Celan, edito da Neri Pozza, è l’Europa distrutta del secondo dopoguerra con i suoi paesaggi inquietanti, ridotti in macerie dai bombardamenti e dove donne e uomini si aggirano disorientati come fantasmi.
È in questo clima che nasce l’esigenza di una presa di coscienza, di una riflessione profonda su quelli che sono stati i mali del totalitarismo, della guerra, delle bombe, di quell’aberrazione che era stato l’Olocausto.
Tra i maggiori interpreti di questo sentimento, in ambito letterario, ci sono Ingeborg Bachmann e Paul Celan, protagonisti del testo di Bottiger che ritrae la storia d’amore della monumentale coppia della letteratura tedesca del dopoguerra. Entrambi testimoniano nella loro attività la possibilità̀ di “scrivere dopo Auschwitz”, elaborando una poesia in grado di esprimere la contemporaneità̀ e di legare l’impegno letterario alla questione morale. La relazione tra Bachmann e Celan comincia nella primavera del 1948, a Vienna, e si sviluppa nelle sei settimane che il poeta trascorre nella capitale austriaca, dopo aver lasciato Bucarest. Dopo il trasferimento di Celan a Parigi, i due instaurano una corrispondenza epistolare che durerà̀ diciannove anni, documentato nel carteggio Troviamo le parole.
Bottiger pone Bachmann e Celan una di fronte all’altro e ricostruisce il loro dialogo dal 1948, raccontando di un legame che nasce sotto il segno della poesia e che deve fare i conti con i sentimenti di colpa e responsabilità̀ verso la storia recente e la perdita di senso che questa ha causato. Ricostruire questo senso perduto è uno degli scopi che la coppia insegue, per quanto difficile sia esprimere l’oscurità̀, «l’indicibile» con le parole. E questo indicibile è palpabile nel parlare problematico delle loro epistole e nei lunghi intervalli di silenzio, fino al baratro psicologico della Bachmann e al suicidio di Celan.
Un rapporto amoroso che si concretizza negli incontri letterari, negli sfioramenti, nei silenzi e nelle assenze che si sono regalati l’un l’altra, dal loro primo incontro, fino alla fine della loro corrispondenza, venuta a coincidere con la fine delle loro stesse vite. I due protagonisti provengono da contesti storico-linguistici opposti: Celan, ebreo esule dalla Bucovina, ha perso entrambi i genitori nel campo di Michailovka ed ha vissuto in prima persona la terribile esperienza dei campi di concentramento; la sua voce è quella della vittima ma anche del testimone. La Bachmann, nata in Carinzia, che ha deciso di vivere a Vienna per compiere i suoi studi, è figlia del carnefice: suo padre, infatti, era stato un nazista e sulla scrittrice grava il senso di responsabilità̀ che prostra le nuove generazioni tedesche, animate però da un’ardente volontà̀ di riscatto. Inevitabile che il loro amore non rimane immune da questa lacerante dicotomia e, nelle lettere, emergono spesso profonde incomprensioni, vuoti e assenze significative.
La loro relazione stabilisce il trait d’union di queste due istanze che all’apparenza sembrano inconciliabili in un’unione che trascende la poesia, perché intrisa di realtà̀ e storia del presente e, allo stesso tempo, trascende la realtà̀, perché́ è anche amore. Unità di amore e storicità come nei versi che Celan dedica alla Bachmann:


Ci diciamo l’oscuro
ci amiamo l’un l’altra come papavero e memoria.

Celebrazione dell’incontro fatale tra due esseri che parlano la stessa lingua, la lingua “oscura” della poesia che cura ma non salva come l’epilogo delle loro esistenze ha dimostrato.

Helmut Böttiger
Ci diciamo l’oscuro. La storia d’amore tra Ingerborg Bachmann e Paul Celan
Neri Pozza, 2019
Pagine 252
Prezzo € 17,00

Maria Franze'

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