Intervista a Gianfranco Mattera

L’affidamento non è mai facile e lo scrittore Gianfranco Mattera ne parla nel suo libro Le due madri. Storia di una bambina in affido. Quello che conta per lui che lavora nel settore sociale il bene del bimbo o della bimba e il fatto che i figli e le figlie non sono di proprietà.

Come nasce l’idea di scrivere questo libro?
Non è stato facile scriverlo e si tratta di una storia umana dove vi è da una parte la madre naturale e dall’altra quella affidataria e pertanto ho dato a ognuna una voce. Quello che mi tocca è il punto di vista del bambino e tutto si può vedere nella parte finale con una domanda rivolta alla bimba del libro che non svelo per lasciarla al lettore. Ho voluto raccontare un mondo sconosciuto con un metodo equidistante, con un passo di lato e mai davanti. Il lettore legge il libro ma non viene mai posto sul fatto di criticare l’una o l’altra madre.

Come descrive questo libro?
Come una fotografia di una realtà complessa.
Nel suo libro vi è un intervento dal punto di vista legale della giurista Giuseppina Mostardi qualcosa su questo?
È stato sicuramente un intervento ben descritto ma in un modo caldo sull’affidamento.

Dettagliatamente può descrivere l’affidamento?
Sicuramente è prendersi cura del bambino e non considerare il figlio di proprietà e bisogna considerarlo come una persona libera. Affidamento significa andare dove il bene viene dato. Legalmente l’affido è per due anni per far in modo che il genitore naturale possa seguire un percorso e riprendere in mano la propria vita e seguire il figlio. La legge dice però che sono due anni ma salvo proroga e pertanto spesso il giudice decide di andare oltre a causa di un percorso accidentato e con una particolarità in quanto l’affidamento non è poi concluso basti pensare alla frase finale della bambina nel libro. Ci si prende cura del bimbo e a volte di entrambi compreso il genitore naturale. Devo aggiungere che ci sono vari tipi di affidamento o in famiglia, o case famiglie o comunità, legalmente è la stessa legge ma essendo l’Italia formata da 21 regioni le cose non sono sempre uguali,basti pensare ai quartieri più degradati .

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice