Intervista a Riccardo Luciani

Lo scrittore Riccardo Luciani ci racconta del suo ultimo libro Il boia di Stalin. La vita di Lavrentij Berija

Come è nata l’idea di scrivere Il boia di Stalin. La vita di Lavrentij Berija?
L’idea è maturata anni dopo aver sostenuto un esame sulla storia dell’Unione Sovietica. In particolare studiando l’epoca di Stalin, la cui figura ha oscurato totalmente quella dei suoi stretti collaboratori, tra cui Lavrentij Berija. Tra tutti i plenipotenziari, Berija è quello che mi è rimasto più impresso per la sua ambiguità: personaggio spietato e al tempo stesso dotato di una fine intelligenza e capacità organizzativa. 

Perchè le piace scrivere biografie?
Le biografie permettono di riscoprire alcuni personaggi dimenticati oppure passati in secondo piano. Nel 2007 mi concentrai sull’imperatore Romano Flavio Giuliano, detto l’Apostata. Un personaggio “maledetto” dalla storia che è stato molto più illuminato di tanti imperatori considerati “buoni”. Il mio prossimo lavoro, che spero di ultimare entro novembre, sarà incentrato su Augusto Turati, uno dei segretari del PNF che finì confinato a Rodi, a causa di una congiura tutta interna al fascismo capitanata dal suo eterno rivale Roberto Farinacci. 

Cosa significa per lei scrivere?
Scrivere è una passione che ho maturato nel corso degli anni. Dai primi tentativi poetici intorno ai vent’anni ai lavori più impegnati di adesso che sono sulla soglia dei quaranta. Tra poesia e saggi storici c’è posto anche per un romanzo che ho nel cassetto da tempo e che vorrei ora pubblicare. Scrivere mi rende felice, soprattutto se lo faccio ascoltando buona musica.

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice