Tutto chiede salvezza – Daniele Mencarelli

Tutto chiede salvezza del romano Daniele Mencarelli, pubblicato da Mondadori nel febbraio 2020 e candidato al LXXIV Premio Strega, è un memoir sulla settimana di trattamento sanitario obbligatorio (TSO) che il protagonista ha affrontato a vent’anni, nell’estate del 1994.

Prima di tutto è un libro coraggioso, dove il ricordo non fa sconti ed evoca in maniera puntuale tutte le sensazioni, compresi gli odori sgradevoli, il caldo soffocante che hanno le stanze dove viene ignorato e i rumori traumatizzanti inespressi. Il protagonista Daniele è un ragazzo che vorrebbe soltanto divertirsi con gli amici, anche perché sono iniziati i mondiali di calcio, quelli della nazionale di Arrigo Sacchi, e invece ha ceduto alle tante debolezze che hanno costellato la sua vita. Quel sentire il bisogno di dare un senso alle cose, per poterle “rivivere” e non perderle del tutto; quello sgomento di fronte alla morte, o meglio, per paura e nell’eventualità di ritrovarsi al cospetto, nemmeno tanto della sua bensì quella delle persone amate. Ha dato di matto, Daniele, e ora deve rimanere rinchiuso per sette giorni in un ospedale psichiatrico. 

Una scena brutta, la sua, di violenza inaudita e sotto effetto di droghe, che ha avuto come bersaglio il padre, lasciato basito. Annientato è il termine giusto, benché forgiata, la famiglia, ad avere a che fare con talune intemperanze del figlio. 

Vorrei che questo senso di colpa che mi brucia dentro fosse un inedito, qualcosa di mai vissuto, invece non lo è. È dalle elementari che creo problemi. Sono un figlio uscito guasto dalla fabbrica. Vorrei con tutto il cuore che questo soggiorno obbligato fosse il botto finale dello spettacolo pirotecnico, i primi vent’anni della mia vita. Ma qualcosa, semplicemente la conoscenza della mia natura, seppure sommaria, mi dice che non sarà così.

I rapporti umani giocano un ruolo fondamentale in questa storia, quelli coi compagni di stanza, cinque esistenze raminghe, ciascuno a suo modo unico e prezioso per il raggiungimento e la comprensione di sé. E quelli con medici e infermieri, che più che aiutare sembrano impauriti da tante stranezze, talmente assuefatti dal loro mestiere da desiderare soltanto un po’ di pace e ingannare le aspettative.

Tutto chiede salvezza è un racconto potente, che nell’arco di una settimana vede i protagonisti crescere, cambiare. Una trama congegnata come fosse un meccanismo a molla. Carica fino ad esplodere, proprio quando si pensava che la vicenda potesse “scorrere” senza ulteriore danno.

Il romanesco o dialetto di Roma accomuna tutti, “matti” e persone sane di mente, e rende credibili le interazioni, rafforza il messaggio dei dialoghi. Che poi, dove sta quel confine che differenzia? Non siamo tutti un po’ pazzi, quando non ci sentiamo capiti, ascoltati? Quando gli altri ci deridono e sminuiscono le nostre angosce? E non rimaniamo tutti delusi, quando comprendiamo di essere solo un numero e di non contare niente?

Non c’è conoscenza che non passi attraverso la comprensione (e aggiungo accettazione) del corpo. Nessuna salvezza, a cui brama tanto il protagonista, può avvenire senza il rapporto con l’altro. L’uomo ha bisogno dei suoi simili, non può restare da solo. Fosse anche lo sguardo catatonico di Alessandro; il “sussurrare cose” del vecchio saggio Mario a un uccellino; il colosso Giorgio che di notte ha bisogno di aggrapparsi a una mano per dormire.
Una fratellanza che nasce ovunque, nella sofferenza di quando ci si riconosce simili.

Quei cinque pazzi sono la cosa più simile all’amicizia che abbia mai incontrato, di più, sono fratelli offerti dalla vita, trovati sulla stessa barca, in mezzo alla medesima tempesta, tra pazzia e qualche altra cosa che un giorno saprò nominare.

Un romanzo consigliato: doloroso, efficace, bellissimo. 

Tutto chiede salvezza
Daniele Mencarelli
Mondadori, febbraio 2020
Pagine: 193
Prezzo: € 19,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa