Il cacciatore di anime – Romano De Marco

È cosa notoriamente acclarata che una storia avente per protagonista un assassino seriale, intento a tramare nel buio, attiri oltremodo il lettore. L’essere umano è infatti inconsciamente attratto da tutto quello che lo spaventa, in primis la pazzia. L’appassionato di thriller si divertirà altresì ad ingaggiare una sorta di sfida con l’autore, per riuscire a individuare il colpevole in anticipo, in modo da dimostrare a se stesso la sua perizia.

Detto questo, vorrei porre l’attenzione proprio su un romanzo di genere, pubblicato da Piemme nel giugno 2020, Il cacciatore di anime dell’abruzzese Romano De Marco.

Angelo Crespi è uno dei pochi profiler di cui vanta l’Italia, se inteso come “collega” di quegli investigatori americani in grado di entrare nella mente degli assassini seriali, per prevederne le mosse e tracciare un profilo della persona da ricercare. La sua carriera è stata infatti costellata di successi, fino al giorno in cui ha perso tutto, per un crudele scherzo del destino. Al suicidio egli ha preferito però di gran lunga l’oblio, eclissandosi dal mondo. Da vent’anni infatti Crespi vive con un nuovo nome a Peccioli, un paese defilato sulle colline toscane della provincia di Pisa. E sembra condurre l’esistenza tranquilla che voleva, l’unica che poteva sopportare dopo avere dato addio ai suoi affetti, fino a quando qualcuno inizia a uccidere anche lì. In apparenza si tratta di delitti rituali, legati alla sfera del patrimonio artistico, in un paese ricco di storia che vive di turismo e valorizza molto la zona attraverso eventi culturali e installazioni di pregio. 

A indagare presso il comando dei carabinieri viene chiamato il capitano Mauro Rambaldi, anch’esso investigatore di talento e con una buona reputazione alle spalle, se non fosse che sta per essere trasferito a Roma e vorrebbe risolvere la situazione nel minor tempo possibile.

La consequenzialità degli eventi però sfugge di mano, e l’indagine si rivela più ostica del previsto. Le forze dell’ordine brancolano nel buio, appresso a un assassino che sembra avere uno schema ben preciso in mente, ma che a un certo punto è costretto a improvvisare per accelerare l’epilogo. Rambaldi chiede quindi aiuto al cacciatore di anime, lo induce ad aggiungersi alla squadra che si sta strenuamente battendo per individuare il feroce omicida di Peccioli.

Per Angelo Crespi non è ancora tempo di resa. Anzi, molto prezioso si rivelerà il suo contributo nell’impensabile e sorprendente risoluzione della vicenda.

Dopo lo sbandamento iniziale, era riuscito a confinare il buio in una stanza chiusa, giusto il tempo necessario per studiare un piano. Quel buio premeva forte contro la porta, e lui sapeva che di lì a poco sarebbe riuscito a rompere gli argini, a tornare libero di aggredirlo da ogni lato, per soffocarlo e condurlo alla follia. Per questo aveva predisposto le sue contromosse.

Romano De Marco ci conduce in un mondo fatto di aberrazioni e oscurità, dove il male attinge a pochi spiragli di luce per rinfocolare e tornare a essere attivo.

Un’opera incalzante e davvero piacevole, Il cacciatore di anime, che terrà il lettore avvinto alla pagina per un tempo troppo breve. L’indagine termina e con essa si chiude il sipario su questa bella ambientazione, tutta italiana. Confidiamo nei due cacciatori di anime, Crespi e Rambaldi, dovessero mai tornare per una nuova indagine.

Il cacciatore di anime
Romano De Marco
Piemme, giugno 2020
Pagine: 288
Prezzo: € 17,50

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa