Intervista a Enrico Galiano

Enrico Galiano è il professore-scrittore che in questa quarantena ci ha tenuto compagnia su YouTube con “una parola al giorno”, dove ha spiegato etimologia e significato di parole nuove, comuni e desuete. Noi, di Nuove Pagine, lo abbiamo conosciuto con Tutta la vita che vuoi, un libro che sembra una rivalsa contro le ingiustizie subite dai più deboli, e dove il coraggio e la possibilità possono creare solidità importanti malgrado le incomprensioni e il rifiuto sociale. Su questa scia, delle persone comuni, dei giovani e di coloro che soffrono, è da poco uscito Dormi stanotte sul mio cuore: con l’occasione abbiamo deciso di parlarne insieme.

Ci racconta l’esordio di questo romanzo dal titolo così evocativo?
Le idee sono un po’ come le storie d’amore: nascono un po’ quando vogliono loro, e sinceramente è sempre molto difficile ricostruire il momento in cui arrivano. Credo che Mia e Fede fossero lì dentro di me da molto tempo e aspettavano solo il momento giusto per uscire. Infatti non credo sia un caso siano arrivati adesso: Mia soffre di afefobia, la fobia del contatto fisico. Credo che non ci sia un tema più attuale di questo. E per ciò che riguarda il titolo, be’, sarebbe bello prendermene i meriti, ma la verità è che la sua paternità è di un certo Gabriele D’Annunzio. Troviamo quella frase in uno dei suoi diari, Solus ad solam.

Fede e Mia e il loro rapporto di fiducia di comprensione e di capirsi perchè Fede riesce ad aprirsi con Mia?
C’è fra loro un rapporto che va oltre le parole, proprio perché Fede non può parlare. Si crea una sorta di linguaggio magico fatto di gesti e di sguardi, ed è forse la cosa che è stata più emozionante da descrivere nel libro.

Nei suoi libri i protagonisti sono spesso ragazzi, adolescenti, essendo anche un insegnante le viene naturale parlare di loro?
Diciamo che non faccio molta distinzione tra le mie due “facce”: scrivere e insegnare sono un po’ come due ruoli diversi nella stessa squadra di calcio, insomma lo sport è lo stesso. E lo sport è educare, tirare fuori le cose agli altri, possibilmente cercando di emozionarli.

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice