Nel monastero di Crest – Sandrine Destombes

Sandrine Destombes è l’autrice parigina che ha fatto entusiasmare Michel Bussi. I gemelli di Piolenc, il suo quinto romanzo, ha vinto infatti il prestigioso VSD RTL 2018 quale miglior thriller francese, un concorso dove proprio Bussi era chiamato a presiedere.

Nel monastero di Crest (Rizzoli, maggio 2020) è un poliziesco in cui l’azione tiene la scena dall’inizio alla fine, attraverso indagini serrate, interrogatori taglienti e geniali intuizioni, dato che la parte psicologica non è di certo lasciata in secondo piano. Un piccolo villaggio della campagna francese si rivela teatro di una serie di accadimenti delittuosi che si susseguono a catena, frutto del piano folle di una mente contorta, per quanto molto ben congegnato.

Perceval Benoit, giovane tenente della gendarmeria di Crest, è di servizio alla stradale. Nascosto fra la boscaglia che fa da cornice allo storico dipartimento della Drôme (il dipartimento francese della regione Alvernia-Rodano-Alpi), egli sta attendendo da ore che qualcuno superi il limite di velocità per adempiere al suo lavoro. Quando vede sopraggiungere una Peugeot 205 ad andatura sostenuta, Benoit si palesa, al fine d’intimare l’alt. Sarà quello l’inizio non solo di un’indagine complessa, che dispiegherà una moltitudine di forze, ma anche di un personale senso di colpa. 

Se il tenente non avesse fermato l’auto, infatti, non ci sarebbero stati determinati morti e la vita di una bambina di otto anni non sarebbe stata messa in pericolo. 
Per rivedere l’alba, però, bisogna accettare di passare attraverso gli strati oscuri della notte. Quella bambina, che si chiama Lea ed è seduta in fianco alla conducente, va aiutata. La sua, è una vicenda che deve essere approfondita al posto di blocco.

Dopo una breve sosta al cospetto di Benoit, la donna alla guida ingrana la marcia e va a schiantarsi alla prima curva, morendo sul colpo. Lea, invece, che aveva interloquito col tenente per pochi istanti e lo aveva intenerito, rimane ferita gravemente e portata in ospedale.

Sempre nella stessa notte, e a poca distanza, viene ritrovato altresì il cadavere di un uomo a cui sono stati strappati gli occhi. È davvero troppo, per un paese che si reputava tranquillo! E infatti, viene chiamata una squadra di esperti a cui Benoit si unisce, abili non soltanto nelle indagini, ma anche a tracciare profili psicologici. 

Si brancola nel buio più assoluto, dato che le identità delle vittime sono tutte da ricostruire, così come i personaggi non sono quello che sembrano; senza trascurare piani diabolici di dimensioni utopiche abitate da sole donne, probabili ironici retaggi di talune streghe finite al rogo. Il punto fermo si rivela il monastero di Crest, una sorta di eremo dove viene dato asilo alle donne che vogliono fuggire da un passato doloroso e cambiare vita.

L’indagine, come dicevamo, è complessa, però lo stile dell’autrice è cinematografico e coinvolgente. Unico appunto: talvolta le teorie degli esperti sono veri e propri azzardi, che si basano su intuizioni fine a se stesse, quasi se del loro parere Sandrine Destombes abbia voluto abusare. 

Nel monastero di Crest è un romanzo dinamico, dove è impossibile annoiarsi. Oltre che dall’indagine in sé, il lettore sarà ammaliato da un’atmosfera un po’ fuori dal tempo. Un luogo dal comprovato fascino storico e immerso nella campagna. Davvero in netto contrasto con la perversione umana, cui deve ineluttabilmente cedere il passo.

Nel monastero di Crest
Sandrine Destombes
Rizzoli, maggio 2020
Pagine: 320
Prezzo: € 19,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa