Piccola città – Silena Santoni

Dopo Una ragazza affidabile, grande successo acclamato dalla critica, la fiorentina Silena Santoni torna a pubblicare con Giunti un romanzo potente, in cui emerge il suo enorme amore per i testi teatrali. Una storia attuale, dove a distruggere una già precaria esistenza e un amore travagliato ci si mette di mezzo il destino, ovvero un attentato terroristico nel centro di Firenze.

Folco Fantechi, protagonista di Piccola città (Giunti Editore, maggio 2020), ha più di cinquant’anni, ma in passato è stato un attore di teatro di grande successo, adorato dalle donne. 

Non per insinuare che dopo una certa età venga meno il fascino, però purtroppo un incidente lo ha lasciato con una gamba menomata. Ritrovarsi zoppo ha fatto sì che venisse a mancare d’improvviso la fiducia in se stesso. Quasi se la vita fosse finita quel giorno di vent’anni prima, quando la storia inizia troviamo un Folco in preda alla più totale apatia, che si accontenta d’insegnare recitazione agli attori dilettanti, rinunciando alla sua carriera personale. 

Quando conosce Ilaria, una ragazza di trentotto anni, desidera di poter tornare alla normalità, per quanto possibile. Ilaria è un’attrice e possiede in sé tutte le caratteristiche di chi ancora spera in un futuro. Folco la scrittura subito e fra i due nasce l’amore. Ilaria sarà nel tempo protagonista di tante rappresentazioni, ultima quella della commedia che Folco ha scritto e che verrà rappresentata a teatro, che s’intitola proprio Piccola città, come il romanzo.

E a tal proposito, è bello vedere come si sviluppino queste due parti, ovvero una commedia nella commedia, dato che le scene si alternano con brani di teatro, che gli attori devono interpretare sotto la guida di Folco, il loro esigente regista.

La felicità però durerà poco, per via proprio di quell’attentato nel centro di Firenze, città dell’autrice e dove è ambientato il romanzo. Una frazione di secondi; questione di coincidenze e tutto è perduto.

E insieme alla morte della donna amata, la resa dei conti. Folco non può sfuggire, deve scende a patti con quella sorte che sembra da tempo perseguitarlo e che lo rende irascibile, abbandonarsi al senso di colpa che inevitabilmente sconquasserà le sue giornate, facendolo sprofondare nuovamente nel desiderio assoluto di oblio.

Basterebbe un giorno, un giorno solo. In teatro si muore, ma subito dopo, come per incantesimo, si resuscita e si torna a calcare, baldanzosi, la scena alla replica successiva. Nella commedia delle nostre vite, invece, non ci sono repliche.

Nei romanzi di Silena Santoni c’è sempre un colpo di scena finale, qualcosa che ci era sfuggito, imprevedibile, in grado di farci fare il cosiddetto salto sulla sedia. La lettura di Piccola città è scorrevole, estremamente piacevole, poiché l’autrice ha il dono di lasciare che i pensieri dei suoi personaggi fluiscano, senza preoccuparsi che essi risultino antipatici. Sono soggetti credibili, umani. E così, mentre si legge in maniera appassionata, ci si rende conto che in realtà in quelle righe c’è un bel po’ di introspezione psicologica; ciò che è stato reso leggero e fruibile dalla prosa in realtà parla dei drammi di tutti noi, che sono invece materia profonda.

Consiglio questo libro a chi non ha paura d’immergersi in una lettura che tiri le somme del presente, attingendo nel passato. C’è sempre un episodio, una giornata, un inghippo che ci ha segnato per sempre. L’evento che ci ha cambiato e da cui la trasformazione è partita. Un tempo, come si suol dire, per ogni cosa.

Piccola città
Silena Santoni
Giunti, maggio 2020
Pagine: 264
Prezzo: € 18,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa