Intervista a Federico Floris

In quest’intervista lo scrittore Federico Floris parla del suo libro Raccontami di te che sta affrontando una campagna di crowdfunding sulla medesima piattaforma online e sarà pubblicato al raggiungimento dei 200 pre-ordini.

Come è nata l’idea di scrivere questo libro? 
Avevo sempre avuto in mente di scrivere un libro o almeno di cimentarmi con un testo che andasse oltre un paragrafo. Non sapevo di cosa raccontare in realtà, le idee facevano a cazzotti tra di loro e non riuscivo a trovare il momento per sedermi e pensare. Una sera – la ricordo ancora – mi sedetti al tavolo di casa, nel pieno della mia malinconia e detti sfogo a quello che sentivo, senza ragionare troppo su cosa stessi scrivendo. Penso che in realtà mi stessi semplicemente svuotando la mente e più andavo avanti più mi sentivo bene. 

Quando sarà pubblicato? 
BookRoad è il nuovo marchio nato da Leone Editore. Attualmente il mio romanzo sta affrontando una campagna di crowdfunding sulla medesima piattaforma online e sarà pubblicato al raggiungimento dei 200 pre-ordini.

Una frase più significativa del libro?
Senza dubbio la frase di apertura del mio romanzo: «Scrivere diventa un’esigenza, una cura, una terapia».

l libro parla di paure, le tue quali sono?
Il libro parla anche di paure, ma non sono il fulcro centrale del romanzo. Più che parlarne, le rende “normali”.

Perché ci fa terrore e vergogna provare e accettare le paure seconde te?
Io lotto contro le mie paure ogni giorno. Alcune mi assillano a tal punto da conviverci e non accettare di lasciarle andare, altre mi aiutano ad essere una persona più forte. Prima, per esempio, ero terrorizzato dall’abbandono. Oggi, invece, temo di poter essere io ad abbandonare chi amo. Vede, le nostre paure mutano insieme a noi a seconda di come cambiamo interiormente. Vi è qualcosa di autobiografico? Sì, in questo romanzo c’è molto di me, ma non è certo un’autobiografia. È una storia, in parte mia, in parte di tanti altri.


Quando è nata la sua passione per la scrittura? 
Credo che più che quando è nata, io possa dire quando l’ho “accettata”. Per me è stato una sorta di coming-out. Ho sempre tenuto latente il desiderio di scrivere. Un giorno, a fine vacanza a casa della mia famiglia nella mia città natale, scattai una foto e dedicai una didascalia alla mia terra. Sentii un tale senso di malinconia e profondità che mi accorsi che dovevo andare a fondo e che volevo vivere di quello. È stato quattro anni fa. 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice