Intervista a Gea Petrini

In quest’intervista la giornalista di Guidonia Gea Petrini e il suo romanzo fantasy Obscurity

Come è nata l’idea di scrivere Obscurity?
Da un’immagine, una suggestione. Una ragazza in un letto, in un castello circondato da altissime montagne innevate. Una ragazza in fuga che non si sentiva al sicuro nemmeno tra la sua gente. Così è nata Liv, la protagonista di Obscurity. Poi intorno a queste prime scene è cresciuto un continente con cinque casate di maghi, l’accademia di magia nella capitale, gli amici di Liv, la famiglia, i nemici. La scrittura del romanzo è stato un grande processo creativo: grande non per il valore del libro che devono essere i lettori a valutare, ma per il mio coinvolgimento. Ho iniziato a scriverlo in un periodo molto difficile, in cui ero spesso a casa perché avevo problemi di salute. Vivere tra incantesimi, tradimenti e grandi amori mi ha aiutata e donato emozioni che sono difficili da descrivere.

Cosa ami del genere fantasy perché lo hai scelto?
Vedi c’è la convinzione che il fantasy come altra letteratura di genere sia un ambito per pochi appassionati. Forse anni fa in Italia era così. Il fantasy anche grazie alla spinta delle imponenti produzioni cinematografiche, pensiamo al Signore degli Anelli, ma anche ai lavori più recenti come il Trono di Spade e l’adattamento della saga di Sapkowski, The Witcher, è diventato un genere trasversale alle età, uscito dalla nicchia. Certo i veri appassionati di fantasy sono capaci di discutere ore se sia corretto in un libro scrivere che una spada si sguaina dalla spalla o dalla vita, ma diciamo che anche grazie ai giovanissimi lettori, all’urban fantasy, il genere può arrivare a tante persone. Io sono una divoratrice di fantasy, leggo tutto. L’epic fantasy dove ci sono i miei maestri, Tolkien, Sapkowski e Martin, l’urban da Twilight in poi, ma anche il fantasy erotico come la Confraternita del pugnale nero. Leggo tantissimo in generale non solo fantasy, e scrivo di magia e oscurità perché adoro perdermi nella fantasia, e per parafrasare Baricco anche per dare ordine a un mondo dove c’è solo caos. Questo accomuna molti scrittori, a prescindere dal genere.

Che emozioni hai provato quando hai visto pubblicato il tuo primo romanzo?
Pochi mesi prima avevo pubblicato Vita da blogger, che è un manuale, ma non ti nascondo di avere provato un’emozione del tutto diversa. Il giorno dell’uscita di Obscurity ho vissuto sensazioni opposte: la felicità di vedere realizzato il mio sogno di pubblicare un romanzo, il terrore del giudizio dei lettori, l’istinto di non volermi separare dalla mia creatura. Perché poi il libro lo metti a disposizione di tutti e così diventa di chi lo legge.

Come sta rispondendo il pubblico?
Bene in maniera incredibile. Il romanzo è il dark fantasy più venduto sul Kindle Store di Amazon da tre settimane. Scende e sale ma resta sempre tra il primo e il terzo posto. È tra i bestseller fantasy e horror, e oltre alle vendite sono contenta dei giudizi che stanno arrivando dai lettori. Recensioni a volte anche troppo generose che mi riempiono il cuore.

Grazie a?
Grazie alla mia famiglia che mi supporta e sopporta sempre, perché diciamo la verità stare vicino a chi scrive libri è un po’ un incubo, sbalzi d’umore, chiusura totale per giorni e momenti di pura esaltazione. Grazie agli amici che appena pubblicato il libro lo hanno ordinato, fotografato, mi hanno dato grande sostegno. Grazie alle amiche che seguono GeaBook il mio blog di libri che da Milano alla Sicilia non mi lasciano mai sola. Grazie alle bookblogger che stanno leggendo il libro e stanno dedicando il loro tempo a Talamh e a Liv. Grazie ai lettori che ci sono e mi sembra anche strano avere dei lettori: tutto questo è possibile solo per loro. Grazie ai miei librai della libreria del centro commerciale di Guidonia, oltre che su Amazon il libro si trova in vendita anche lì, perché sono insostituibili. E infine un ringraziamento speciale lo devo fare a tutti gli scrittori fantasy che ho letto, amato, detestato, che mi hanno fatto capire che per un sogno vale sempre la pena battersi. 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice

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