Infinito restare – Savino Monterisi

Un giro per le campagne intorno casa ed è subito magia dell’esplorazione. È un mondo a portata di mano che tendevo a ignorare. L’ho ritrovato con le restrizioni di questi tempi balordi e mi capita sempre più spesso di passeggiarci con qualche amico e amica. Denso di tracce, di segni del passato, della vita di chi lo abita, mi appare come un territorio completamente nuovo (…). Ci siamo cresciuti in mezzo a quelle terre. Erano i tempi di quando giocavamo ai guerrieri armati di cannuzze che simulavano le spade. Ora, abbandonate e inselvatichite, appaiono lontane e inaccessibili come l’Alaska.

Savino Monterisi, con il suo Infinito restare, uscito per i tipi di Radici Edizioni nel 2022, ci conduce con mano alla riscoperta di un territorio e soprattutto di una dimensione che negli anni sono stati soggetti a un progressivo abbandono. Quello che l’autore affronta è il tema della restanza, come contrapposizione a quella partenza che ha caratterizzato molte aree dell’Italia centrale e meridionale nei decenni passati e che ancora porta molti giovani a cercare un altrove lontano da casa.

Monterisi, giornalista e guida ambientale escursionistica, dopo anni trascorsi in città, è tornato a vivere nel suo paese di origine nell’Appennino abruzzese, dedicandosi alla riscoperta del suo territorio, esplorandone le ferite e le potenzialità. Ci conduce così, attraverso le pagine di questo suo secondo lavoro dedicato al tema della restanza (il primo è “Cronache della restanza”, Riccardo Condò Editore, 2020) alla scoperta di un mondo fatto di pace, di silenzi, di riflessione, di ritmi lenti, di condivisione. Un cammino che sa di fatica, sui monti appenninici, ma anche di rapporti umani genuini. Un viaggio costellato di interrogativi sul senso della restanza, dell’impegno per far rinascere luoghi abbandonati e sacrificati sull’altare di una falsa modernità. Domande sul perché tornare e dunque restare. I percorsi che nei vari capitoli ci propone l’autore non ci portano solo alla scoperta di luoghi fisici, quanto soprattutto all’incontro con comunità resistenti, con i “ritornanti”, con gli anziani che custodiscono e tramandano le tradizioni e con i giovani che, restando, cercano di investire risorse per la rinascita del territorio.

Il cammino che percorre l’autore è la metafora del viaggio che ciascuno di noi può compiere nel proprio mondo interiore, fermandosi ad ascoltare sé stessi senza piegarsi ai ritmi disumani di una modernità feroce. Per tale ragione è anche un vademecum che si può consultare a ogni latitudine, al di fuori del raggio d’azione del libro (l’Appennino abruzzese), facendosi interprete di sentimenti universalistici che non conoscono confini e coordinate geografiche.

Sono tornato perché dopo anni in cui mi sentivo diviso fra luoghi, avevo infinito bisogno di sentirmi a casa e di lottare per difendere la mia terra minacciata da una malsana e distorta idea di sviluppo. Sono tornato per restare, di questo ne sono abbastanza certo. In questo restare sono successe tante cose: abbiamo lottato e abbiamo perso, qualche volta abbiamo anche vinto, abbiamo pianto e sofferto e ci siamo abbracciati e divertiti, ci siamo innamorati e poi qualcuno se n’è andato, abbiamo dato tutto di noi stessi, siamo stati sinceri. Ci siamo anche aperti al mondo e i luoghi si sono aperti in noi.

Infinito restare
Savino Monterisi
Radici Edizioni, 2022
Pagine: 214
Prezzo: € 16,00

Beatrice Tauro

Scrittrice