Intervista a Silvia Filippi

Sabato 25 febbraio è stato presentato il libro Icarezenzero della scrittrice Silvia Filippi presso la libreria La Porta Gialla a Tivoli. Per l’occasione l’intervista all’autrice.

Tra i protagonisti del libro, due donne, Irene e Adelia: tre aggettivi per descriverle?
Icarezenzero racconta la storia di un incontro i cui protagonisti sono Osias , un ragazzo congolese, Irene, una giovane fotografa romana, e Adelia, un’anziana italo-portoghese. Le due protagoniste femminili sono molto diverse tra loro: Adelia è un’anziana loquace, stravagante,
generosa; Irene è una giovane donna irrisolta, inquieta, non abituata alla condivisione e all’accoglienza.

Un libro ambientato a Tivoli: perché questa scelta?
Coltiviamo l’idea dello spazio da noi abitato come fosse di nostra esclusiva proprietà, nel bene e nel male. E invece questo spazio abituale non ci appartiene, dovremmo imparare a ri-vederlo da un altro punto di vista, con uno sguardo straniero e straniato, per ri-conoscerlo. In questo senso la scelta di fare di Tivoli la scena in cui i protagonisti del romanzo si muovono è stata funzionale a una rivisitazione della nostra idea di territorio. Dovremmo imparare a considerare l’altrove degli altri lo spazio di altre radici, e il nostro spazio l’altrove di chi ha subito violenza, di chi è stato sradicato dalla propria casa, dalla propria terra, e dalla propria anima. In questo senso ho cercato di
raccontare un’altra via di Pomata, un’altra Villa d’Este, un’altra curva del regresso… provando a renderli luoghi dell’anima abitabili da altri esseri umani, luoghi di solitudine e pure, miracolosamente, luoghi di incontro, quando la parola, il racconto condiviso diventano balsamo e
scampo al dolore.

Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
L’idea da cui è nato il romanzo può essere riassunta in una domanda: come le storie individuali sono scritte dalla Storia? quali “segni” lascia la Storia del passato nel presente degli esseri umani?
In questo senso la storia dell’incontro raccontato nel romanzo diventa paradigmatica: storie del secolo passato e di quello appena iniziato convivono nella nostra contemporaneità, abitano la nostra geografia e solo nell’ascolto della diversità la Storia può cercare di recuperare la sua umanità.

Qualcosa sulla presentazione alla libreria La Porta Gialla?
La presentazione del libro è stata curata, con la competenza che lo distingue, da Gianpiero Distratis, amico lettore e libraio della libreria indipendente “La Porta Gialla”, dove da anni è attivo un vivace gruppo di lettura; il pubblico è stato numeroso e partecipe, il dialogo vivace e stimolante: le domande che mi sono state poste mi hanno sollecitata a chiarire alcuni aspetti del libro e a scoprirne altri, come spesso accade quando l’autore si confronta con il lettore che gli suggerisce chiavi di lettura inedite.

Come sta rispondendo il pubblico?
Non possiedo elementi sufficienti per rispondere con dati oggettivi; posso solo affermare che durante la presentazione del 25 febbraio gli interventi del pubblico presente, composto da diversi lettori che già avevano letto il romanzo, sono stati decisamente positivi.

Prossimi progetti?
In questo periodo sto riordinando il materiale di una raccolta di poesie e di un prosimetro su cui ho lavorato negli ultimi tre anni, dopo la stesura definitiva di Icarezenzero.

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice