Processo agli economisti – Roberto Petrini

Qualcuno li considera maghi, qualcun altro veggenti o sciamani, qualcun altro ancora “uomini del futuro” o «guru del liberismo», mentre i più maliziosi e diffidenti li relegano, senza mezzi termini, nella sfera degli imbroglioni e ciarlatani. Una cosa è certa, si trovano dappertutto, e il loro potere avanza: sono loro, gli economisti, che operano nelle aziende, banche, università, giornali, ai vertici di istituzioni finanziarie internazionali e nel governo. Sono gli stessi che dovrebbero prevedere la crisi, ma a cui qualcosa sfugge, malgrado i dati statistici sempre alla portata di mano e le ripetute analisi con il dio denaro che vigila.

Il giornalista Roberto Petrini, nel suo testo, distingue i maggiori capi d’imputazione, motiva le possibili cause della crisi che tuttora stiamo vivendo, processa quella branca, che malgrado tutto, sbaglia per imprevidenza. «Tutti vogliono trovare la teoria perfetta, che funzionerà per sempre», leggiamo, ma si tratta di un’utopia, perché l’economia non è una scienza esatta, mentre quella dell’economista è una professione con dei limiti.

La società civile deve acquisire la consapevolezza che economia e finanza sono soltanto strumenti al servizio del cittadino. Quando gli economisti diventano chiromanti e stregoni, pretendono di influenzare il nostro futuro, bisogna voltargli le spalle perché si tratta solo di ciarlatani

scrive Loretta Napoleoni nella Prefazione al testo. Ne emerge che solo con un minimo di modestia e umiltà il malessere che sta invadendo il mondo poteva e può essere evitato. Anche perché i padri del liberismo ci hanno dato e trasmesso floride basi.

Il saggio si compone di tabelle e istogrammi per constatare gli errori di previsione fatti in questi ultimi anni. Con i fatti che sono numeri e dichiarazioni. Non mancano accuse ed errori che partono dall’Università di Chicago ma che si estendono in tutto l’Occidente industrializzato. Mentre a noi ci piace leggere che contro di loro si è schierata la regina Elisabetta di Buckingham Palace, nel tempo in cui nel nostro Belpaese si rimprovera a Giulio Tremonti di aver «predicato bene ma razzolato male». Anche se poi ce n’è per tutti, senza assoluzione, per Nobel e aspiranti, con sete di potere e voglia di dittatura, anche a causa di assunti trasformati in assiomi mai oggetto di verifica empirica a quanto pare.

E tutto ciò mentre la gente comune sta a guardare e soprattutto a farne le spese, perché al popolo non si comunicano procedure, non si comunicano possibili problemi: non si perde tempo a spiegare con i corretti termini (possibilmente semplificati) come giustizia vorrebbe. Come se il singolo cittadino non abbia il diritto di sapere visto che è sempre il primo a subirne i danni. E questo ci dispiace, come ci dispiace anche rilevare quanto nell’epoca di internet e you tube, dove la comunicazione abbatte la barriera della distanza, c’è ancora chi la frena (la comunicazione), chi la blocca, come se certi contesti è meglio tenerli segreti a discapito di integrazione, speranza e sogni.

Processo agli economisti
Roberto Petrini
Chiarelettere
Pagine 170
Prezzo di copertina € 13,60

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist