Intervista a Roberto Ricci

Oggi conosciamo uno scrittore di romanzi e sceneggiature thriller, in occasione del suo romanzo La bambina delle Violette, ambientato un piccolo paese dell’entroterra ligure dove mancano le reti telefoniche e dove realtà e leggenda si mescolano perfettamente per innescare nel lettore curiosità e dare al testo il ritmo utile che ci porta alla fine dopo una serie di eventi inquietanti. Il testo ha già riscosso successo tanto da trarne un film che sarà presentato nel 2024. Roberto Ricci mette in scena delle paure che coincidono con quelle del lettore, creando così un crescendo di emozioni altalenanti e che si concludono con un silenzio assordante.

Come nasce la storia della bambina delle violette?
L’ispirazione è presa da una delle tante leggende locali che nascono in certi piccoli borghi del nostro entroterra. La mia fantasia (e del co-autore Riccardo Di Gerlando che ne ha fatto una versione cinematografica in uscita a gennaio) ha fatto il resto.

L’horror è un genere che piace solo a una certa nicchia di persone. Questo genere letterario che tipo di messaggio vuole dare al pubblico? E il suo libro in particolare?
L’horror è un genere che, a mio avviso, nasce con l’intenzione di spaventare e divertire il pubblico senza voler lasciare messaggi in particolare. Magari, può aiutare a esorcizzare determinate paure. Nel caso del mio romanzo, un messaggio potrebbe essere che bisogna saper rispettare le credenze e le usanze di chi ci ospita.

Secondo lei nasce prima il bene o il male? Perché?
Dal mio punto di vista nasce prima il bene, perché serve a sconfiggere il male che spesso purtroppo lo insidia. L’amore e la luce sono il fulcro della nostra vita. L’odio e le tenebre ne sono soltanto una parte dalla quale si cerca sempre di sfuggire.

Quali sono i suoi scrittori preferiti?
Sicuramente Edgar Allan Poe e Agatha Christie fra i classici. Tra gli autori moderni Martin Osterdahl e Patricia Cornwell.

Un libro può cambiare la vita? Perché?
Credo di sì. Perché la lettura arricchisce culturalmente, aiuta a riflettere e, incontrando il libro giusto, a prendere maggiormente in considerazione certi aspetti della vita che non piacciono. Quindi, portare a cambiarla o comunque a migliorarla.

Lei, attraverso la scrittura, cosa vorrebbe lasciare ai posteri?
Mi auguro dei romanzi interessanti, con la speranza che possano essere letti da nuove generazioni di appassionati del genere thriller e horror.

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist