La luna e i falò – Cesare Pavese

Qualcuno lo considera un testo partigiano, qualcun altro un testo esistenziale. Per noi il libro di Pavese sembra avere una “cadenza” paesana, di chi va via per cercare lavoro e poi torna e fare i conti con ciò che ha lasciato e ciò che è cambiato.

Quando poi ad andare via è uno che non ha passato, perché non sa dove realmente è nato, la cosa si complica. Perché il ritorno non ha lo stesso sapore di chi si sente figlio della propria terra. Ritrova la luna, che non è mai cambiata, e ritrova il ricordo dei falò, in spiaggia con le belle ragazze che nel frattempo sono cresciute. Ma non ritrova la gente che nel frattempo è morta, insieme a qualche tedesco seppellito nei campi in “memoria” della guerra.

Chissà se in alcuni casi conviene lasciare il proprio territorio alla scoperta del mondo per migliorare l’individuale destino, oppure è un bene restare nel labirinto senza alcuno scampo. Magari per alcuni anni è meglio allontanarsi per poi tornare con consapevolezza, carattere e distacco emotivo: essenziali per liberarsi dal vittimismo dell’ignoranza che avvinghia chiunque e senza pietà.

La luna e i falò
Cesare Pavese
Einaudi
Pagine 208
Prezzo di copertina € 11,00

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist