Irene Cao: quando l’esordio diventa successo

L’abbiamo conosciuta in questa calda estate, resa ancora più bollente dalla sua trilogia (Io ti sento, Io ti guardo, Io ti voglio – per Rizzoli) , che ha fatto sognare molti. Irene Cao è una donna che ha saputo cogliere non solo il classico erotismo, ma anche quello che interiormente molti di noi tendono a nascondere, che non è altro che il proprio io, una volontà che non rimanda, dunque, solo all’istinto, ma all’amore che tutti sogniamo.
L’abbiamo incontrata, per chiarire un po’ ciò che lei pensa della vita e cosa l’abbia spinta a scrivere dei libri oggi all’apice del successo.

In cosa si differenzia la sua trilogia dalle Cinquanta Sfumature?
Si differenzia in molti aspetti:
– le ambientazioni: la mia trilogia è tutta italiana (Venezia, Roma, Stromboli, ecc.);
– per il modo in cui il sesso viene raccontato: non c’è sadomaso, non ci sono effetti speciali; la storia è molto vicina al vero e può capitare a una qualsiasi donna, di qualsiasi età. Inoltre, Elena è più grande della protagonista femminile di Cinquanta sfumature e, per quanto riguarda i protagonisti maschili, non ce n’è solo uno: oltre a Leonardo, c’è Filippo. Infine, dal primo libro della mia trilogia non si può intuire come andrà a finire, pur essendoci anche qui il lieto fine;
– non ho voluto limitare il plot all’intreccio Elena-Leonardo: la trama è un po’ più articolata rispetto alla trilogia americana. Leonardo ha un tatuaggio che contiene un segreto che viene svelato solo alla fine del secondo libro…
Quando ho iniziato a scrivere il primo testo non conoscevo bene la trilogia americana. Il primo nucleo è partito, infatti, nel 2008-2009, mentre ho letto Cinquanta Sfumature ad ottobre 2012 per la curiosità di capire gli ingredienti del successo di tali libri.

Come mai ha deciso di scrivere una storia erotica?
Tutto è stato molto casuale. Più che una storia erotica, la considero una grande e travagliata storia d’amore raccontata senza censure con il linguaggio dei giorni nostri. Se avessi scritto questi libri anni fa molto probabilmente mi sarei fermata sulla soglia della camera da letto dei protagonisti; oggi ho voluto seguire i personaggi nelle loro vite.
Non ho un genere prediletto e sicuramente sulla scelta del genere ha influito la spinta della casa editrice perché è ovvio che l’aspetto commerciale c’è, anche se non è stata una pura operazione commerciale. La casa editrice ha visto che il primo romanzo era adatto a diventare una trilogia su una storia d’amore.

Ci dica in sintesi il rapporto tra sesso-cibo-arte
Hanno tutti a che fare con il desiderio. Sesso e cibo soddisfano degli appetiti e istinti che abbiamo; forse per Elena tali istinti sono soddisfatti dall’Arte, per Leonardo dal cibo con il quale crea opere d’arte. Il vocabolo che lega i tre campi direi che è proprio “desiderio”.

I suoi libri preferiti quali sono?
I classici: Saffo, Lucrezio, Catullo; la Letteratura dell‘Ottocento con il romanzo femminile dal quale ho tratto molta ispirazione. Leggo anche molti libri di Filosofia.
In questo periodo non ho molto tempo né molta voglia di leggere, ho bisogno di fare anche altro (per esempio andare a correre). Da quando è uscita la trilogia, ho meno tempo per me perché ne dedico molto ai lettori, alle interviste.

Come mai ha scelto un personaggio siciliano per far perdere la testa alla sua giovane protagonista?
Sembra che il siculo nell’immaginario estero e italiano faccia ancora tanto. Fisicamente è più bello Filippo, ma Leonardo ha un fascino demoniaco, scardina la vita di Elena. Inoltre volevo dare l’idea di un’Italia corale, coinvolgendo Nord, Centro e Sud.

Qual è stato il segreto del suo successo?
Non lo so, bisogna chiederlo ai lettori che hanno apprezzato i miei libri. Nella trilogia americana ha deluso, forse, la distanza dei protagonisti dai lettori (stili di vita completamente diversi, a volte molto lontani dalla realtà comune); nella mia trilogia, invece, le lettrici, ma anche i lettori maschili che non mancano, sentono le vite dei protagonisti più vicine e simili alle loro.

Cosa pensa lei del sesso?
Si può vivere anche senza; è bello quando lascia qualcosa, una traccia positiva nel profondo, quando riempie e non lascia il vuoto dietro di sé, quando viene vissuto con consapevolezza. Trovo sia riduttivo farlo “tanto per”; io lo faccio quando ne ho voglia, altrimenti lascio perdere. Preciso che ho scritto la trilogia da single.

 

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist