Soltanto il cielo non ha confini – Guido Mattioni

Il sogno americano è ancora vivo, specialmente nei giovani che vogliono un riscatto sociale, e che subiscono tante volte un inferno che non hanno scelto. Così comincia il nuovo romanzo di Guido Mattioni, che avevamo conosciuto con le sue maree di Savannah, uno scrittore italiano ma che sa raccontare l’America non solo con le parole ma anche e soprattutto con le sensazioni che via via si posano nelle menti di chi lo legge. Il famoso continente, meta di tanti giovani, che lo idealizzano, che ospita il Rio Grande, punto di riferimento e di confine tra ricchezza e povertà di intere generazioni, è ancora il principale protagonista. Mattioni, che in Ascoltavo le maree aveva donato al suo pubblico tanta commozione e romanticismo, questa volta con Soltanto il cielo non ha confini ha semplicemente rivelato e determinato uno stile eclettico, che si distingue, e che finalmente regala una lingua “dignitosa” da leggere e interiorizzare, priva di interesse commerciale e collocabile, finalmente, nella storia della letteratura. Tocca i temi della criminalità e dell’immigrazione clandestina, da un punto di vista anche didattico se vogliamo, perché quando i personaggi intercalati in un labirinto senza via d’uscita percorrono un iter in crescendo di azioni, dove spazio e tempo si toccano e si scandiscono simultaneamente, quello che viene fuori è una trama di formazione da proporre agli adolescenti che oggi si sentono ancora “fighi” dopo aver commesso delle bravate.

A vent’anni, i dubbi sono ancora troppo giovani per diventare paure.

L’incoscienza della vita fa compiere azioni non sempre meditate razionalmente. Il giornalista questo lo sa, come sa anche che la spensieratezza del cervello all’età di quando la ragione non ha consapevolezza ci fa perdonare gli errori anche gravi. I due giovani fratelli messicani protagonisti si avvicendano in sentimenti di violenza, avidità senza nulla togliere all’affetto che li lega e a quello che di positivo possiamo riscontrare.

Nel suo ragionare non c’era invece traccia di un Oggi. Non lo aveva previsto e non avrebbe nemmeno saputo dove collocarlo, nella sua scarabocchiata agenda mentale: l’Oggi non era risolutorio come poteva esserlo soltanto lo Ieri e certamente non avrebbe potuto essere ricco di speranza come il Domani. L’Oggi ai suoi occhi era soltanto inutile: meglio ignorarlo del tutto, saltarlo a piè pari.

Un sussultare di imprevisti, una suspense non per forza incalzante, ma lenta, per assaporare il gusto melodioso della lingua che Mattioni, da facoltoso storyteller, sa utilizzare, con ammirazione da parte di chi lo legge, con invidia da parte di chi invece scrive per mera visibilità. Quella descritta è una realtà concreta, che vediamo e che leggiamo sui giornali, ma che Mattioni ha romanzato per dare una chiave di lettura nuova, e per regalare un finale del tutto inaspettato.

Tante le vicissitudini, innumerevoli le contraddizioni scaturite dagli equivoci che i due fratelli provocano l’uno all’insaputa dell’altro. Due gemelli che incarnano perfettamente l’uno il bene e l’altro il male, dove nella lotta finale a vincere sarà tutt’altro. Guido sa raccontare e descrivere le luci e le ombre che caratterizzano gi Stati Uniti, senza dimenticare di donarci le pillole di saggezza con le quali ci aveva abituato già al suo esordio delle maree. Una nuova visione della speranzosa “Merica”, che oscilla come le onde del Rio Grande, lento e poco profondo, tra sogni e incubi. Una natura importante ma questa volta imponente, che se lo scorso anno ci riportava al romantico e malinconico Moon River, questa volta riscopre il cielo, che per tutto ciò che è costretto a vedere dall’alto, per forza di cose non può avere confini.

 

Soltanto il cielo non ha confini
Guido Mattioni
Ink, 2014
Pagine 196
Prezzo di copertina € 14,00

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist

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