Lolita – Vladimir Nabokov

C’è un romanzo, che pur essendo considerato un grande classico, più di ogni altro è capace di suscitare in noi sentimenti contrastanti. Non è errato affermare che Lolita di Vladimir Nabokov tratti il tema della pedofilia e, se si considera la “famiglia allargata”, anche dell’incesto. Temi scabrosi che all’epoca della pubblicazione hanno suscitato clamore. Nabokov (1899- 1977) è uno scrittore russo, naturalizzato statunitense, autore di saggi, poesie e racconti che, nel 1955, ha scandalizzato l’opinione pubblica con quello che è considerato uno dei romanzi più importanti del Ventesimo secolo. Grande paradosso. Il suo libro infatti ha ispirato registi, del calibro di Stanley Kubrick, e altri scrittori. Memorabile l’incipit:

Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia.

Non solo, ma proprio in seguito a questa storia, il nome “Lolita” è entrato a far parte del linguaggio comune, come neologismo che identifica un’adolescente dotata di carica sensuale che, col suo aspetto provocante, riesce a suscitare desideri sessuali anche negli uomini maturi.
La trama è ambientata negli Stati Uniti degli anni Cinquanta. La voce narrante è quella del professore di francese Humbert Humbert, un quarantenne annoiato che, per riprendersi da un esaurimento nervoso a seguito di un matrimonio fallito, si trasferisce nella piccola città di Ramsdale in New England per potersi dedicare alla scrittura. Affitta una stanza presso una vedova, Charlotte Haze, dove incontra una dodicenne spregiudicata che gli fa perdere la testa. Dolores Haze, (detta anche Lo, Lola o Dolly), figlia di Charlotte, nonostante la sua giovane età, è molto provocante e si muove con fare malizioso, in apparenza inconsapevole.

Era Lo, semplicemente Lo, ritta sul suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.

Pur di stare vicino alla ragazzina, l’uomo ne sposa la madre. Charlotte viene presto a conoscenza dei sentimenti di Humbert nei confronti della figlia e minaccia di far scoppiare uno scandalo e di mandare la giovane in collegio. Ma il destino è in agguato: mentre sta attraversando la strada, ancora in stato di shock, la donna viene investita e muore. Da lì in poi la vita di Dolores cambia in modo radicale. Accecato dalla passione, il “patrigno” la porta con sé in giro per gli Stati Uniti da un motel all’altro, nell’intento di sfuggire alle critiche sgradevoli che il loro legame suscita inevitabilmente nella comunità del piccolo paese. Humbert, fra alti e bassi con la ragazzina, costituiti dall’alternanza di litigi a momenti sereni, avverte la sensazione di essere seguito. Dapprima pensa ad un investigatore privato che si sia messo sulle tracce di Lolita, ma poi si convince dell’esistenza di una cospirazione. Forse Lolita conosce quell’uomo e sta tramando di fuggire con lui. In seguito, Lolita si ammala e viene ricoverata in ospedale. Per la prima volta, Humbert resta solo. Quando torna a riprenderla fa un’amara scoperta: la ragazzina ha lasciato l’ospedale in compagnia di un uomo adulto che, al personale, ha detto essere suo zio. Impazzito di dolore, l’uomo si mette a cercarla e ha la certezza che Lolita e quest’uomo si frequentassero da tempo. In seguito si arrende al fatto di averla persa per sempre. Anni dopo, riceve una lettera di Lolita, ormai diciassettenne, che gli comunica di essersi sposata, di essere incinta e di avere bisogno di soldi. Humbert va a trovarla e riesce a farsi dire il nome di colui che, anni prima, gliela aveva portata via. Si tratta di Quilty, un regista che voleva farne una stella dei film porno. Ma al rifiuto della ragazza, l’aveva abbandonata a se stessa. Dopo un periodo vissuto di espedienti, Lolita aveva incontrato e sposato Dick. Quest’ultimo non sa nulla del suo passato e crede che Humbert sia il suo vero padre. Dopo averle dato del denaro, il professore le chiede di tornare con lui, ma la ragazza non è dell’avviso. Disperato, Humbert va a cercare Quilty e lo uccide. Il suo libro lo scriverà in carcere, un libro di memorie: Lolita o le confessioni di un maschio bianco vedovo.
Una storia d’amore e passione, oppure diseducativa e di perversione. Lolita può essere interpretato come meglio si crede. Rimane però una forte carica emotiva che lo rende un romanzo sempre attuale, per il fatto che i protagonisti non nascondono i propri sentimenti. Nabokov mette in luce le pulsioni più sgradevoli dell’essere umano, quelle che tutti cercano di celare di fronte alla società. A lui si deve il riconoscimento di avere avuto questo coraggio.

Lolita
Vladimir Nabukov
Adelphi, 16 edizione (30 ottobre 1996)
Pagine 396
Prezzo di copertina € 9,36

 

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa