Susanna Trippa: il dolce profumo del ricordo

L’amore per la scrittura, e quello per i classici che non possono mai mancare nella formazione culturale di un uomo, sono solo alcuni degli aspetti venuti alla luce da una piacevole chiacchierata con l’autrice Susanna Trippa. Ella, che ha pubblicato già due romanzi, di cui uno autobiografico, ci anticipa che ne sono già in cantiere altri. Amante degli animali ci ha fatto notare il dolce e autentico significato del verbo “ricordare”, che rimanda al cuore, così come le sue parole che attraverso la memoria intendono appunto riportare alla luce tutti i sentimenti legati all’organo dell’amore.

Quando e in che occasione il suo primo approccio alla scrittura?
Il primo, primissimo approccio, da adolescente – a sedici anni – quando scribacchiavo poesie alla Garcia Lorca e poi mi cimentai in un racconto che feci leggere alla mia compagna di banco, che ritenevo estremamente emancipata (leggeva già allora Simone De Beauvoir etc.), e lei immediatamente lo stroncò. Io smisi di provarci.
A parte gli scherzi, ho iniziato a scrivere davvero quindici/sedici anni fa in un momento di grande cambiamento nella mia vita, dopo tutto il periodo di esistenza in cui, come dico io, si produce (lavoro, figli etc.).

Ci racconta l’iter redazionale dei suoi libri, ha avuto difficoltà a farsi pubblicare?
Difficoltà a farmi pubblicare? Certamente. Con il mio primo I racconti di CasaLuet (in copertina la casetta dal tetto a punta, in bilico tra il bosco e il pendio, dove abito realmente in Valcavallina – BG) prima mi sono buttata con Lulu (on demand) poi sono passata ad una casa editrice.
Il secondo, il romanzo autobiografico Come cambia lo sguardo, è piaciuto a Pupi Avati (che purtroppo non è editore) e poi allo scrittore Roberto Pazzi curatore della collana Isola Bianca Corbo editore.

Però direi che le difficoltà non terminano nel momento della pubblicazione, a meno che non si capiti in braccio a grossi nomi. Si può anche pubblicare, e con una buona distribuzione, ma il grande problema è quello della promozione. La crisi poi, come sappiamo, ha colpito fortissimo anche in questo settore peggiorando ulteriormente le cose.

Secondo lei, quali testi si devono assolutamente leggere almeno una volta nella vita?
Sono molti. Per quanto riguarda la narrativa, sicuramente i classici, ma quelli veri, (Dante Omero Shakespeare… il mio amato Tolstoj… Manzoni ) non come adesso che in libreria, tra i classici, si trova Volo o Moccia!! Con tutto il rispetto per la loro scrittura, come si può metterli tra i classici?

E poi direi molto importanti sono quelli che aiutano, introducono, a una ricerca spirituale. Due anni fa, preparata da altre letture sicuramente non casuali, ho scoperto Yogananda e la sua bellissima, sotto tanti aspetti anche letterari, Autobiografia di uno yogi.

Lei ha scritto due libri, a quale è particolarmente legata e perché?
In realtà non saprei, è un po’ come chiedere a un genitore quale figlio preferisca. Però, se proprio devo, ammetto che ho una propensione per il secondo, Come cambia lo sguardo, forse perché autobiografico, forse perché poi mi ha fatto arrivare a riflessioni sulla memoria, sul perché del ricordare e del come ricordare, che trovo importanti.
RE-COR-DARE cioè ‘riportare al cuore’. Significa che, se il processo della memoria è corretto, si armonizzano situazioni e persone del passato,  appunto ‘riportando al cuore’.
E poi devo dire che è stato bellissimo guardare indietro, sfogliando vecchie foto e aprendo ad uno ad uno i cassettini della memoria. È stato uno ‘scrivere’ molto spontaneo e pare che questo particolare si noti perché mi dicono che si legge ‘d’un fiato’.

Chi è Susanna nella vita di tutti i giorni?
Una persona normale, la prima risposta che mi viene. Ma poi mi accorgo di non aver risposto niente in verità perché… che significa ‘normale’?
Aggiusto il tiro e mi concentro. Credo di essere una persona che cerca, soprattutto da un po’ di anni in qua, di essere migliore con me stessa e con gli altri, di avanzare a piccoli passettini (spero) in un mio percorso personale.
Ecco, questo forse per me è il significato di normalità.

Per quale motivo le piacerebbe essere ricordata dai posteri che leggeranno i suoi libri?
Mah… credo che i posteri avranno ben altro da fare che leggere i miei libri.
Comunque, più che essere ricordata, sento forte l’impulso di comunicare qualcosa a chi mi legge, in questa vita o in altre. Anche questo penso sia normale: chi scrive sente la necessità di qualcuno che lo legga.

Ci sono altri progetti culturali in cantiere?
Più che in cantiere, ho due manoscritti in attesa di pubblicazione. Uno è il proseguimento dell’autobiografia Come cambia lo sguardo, dal titolo (provvisorio?) Gli animali nella mia vita e, a questo proposito, anticipo che sarà corredato da un’appendice ‘tecnica’ di mia figlia Educatrice cinofila.
L’altro Il viaggio di una stella è completamente diverso; ambientato presso gli antichi Inca e a cavallo di più generi.
Poi c’è un qualcosa che mi frulla in testa da un po’ (ne ho scritto solo alcune pagine) e vedremo se procederà…


Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist