Alessandra Cortese: quando il dolore acceca l’anima

Il sale del vento è un libro dove amore e tradimento fanno capolino alla vita di adolescenti che per disperazione sono sul punto di scendere a patti col diavolo. Ma è anche il romanzo della maturazione umana e spirituale di una giovane donna. La fragilità poi è il filo conduttore delle azioni, che talvolta vengono “accecate” dalla vita dolorosa. Abbiamo incontrato Alessandra Cortese, l’autrice di questo libro: passionale, determinata e timorosa, come ama definirsi, ci ha dato la possibilità di apprezzare con un occhio di riguardo il personaggio principale di questo testo.

Come nasce l’idea di scrivere questo romanzo?
Ho tessuto questa storia ascoltando i problemi della gente qua e là, nei negozi, al mercato, per strada, sui mezzi pubblici e nei locali. Piccole matasse di esperienze di vita che si sono impresse nella mia mente e che, giorno dopo giorno, ho districato, elaborando uno schema preciso per la costruzione del romanzo. Alla fine ho attinto alla mia fantasia e ai miei sentimenti per imprimergli il giusto sapore e il delizioso aroma che accompagna ogni circostanza della vita.

Qualcosa sulla protagonista?
Dolores è una ragazza come tante, con tutti i piccoli problemi delle giovani di oggi, che vivono nel caos delle atmosfere metropolitane, sottoposte a ritmi frenetici e costrette a fare i conti con mille ossessioni. Ma attraverso le sue fantasie, Dolores coltiva la speranza di una vita migliore. Addirittura, è spesso sfiorata dal pensiero di fare un patto con il Diavolo per modellare il suo aspetto fisico, rimpinguare le finanze e magari trovare anche il  principe azzurro. Come spesso accade a tante sue coetanee, anche lei è influenzata dai messaggi, talvolta subliminali, dei media. Ma il suo atteggiamento nei confronti di sé stessa e della vita in generale, verranno  stravolti dalla rivelazione di un segreto della sua famiglia.

Una frase del libro che lo raccoglie?
Una frase del libro che sicuramente lo raccoglie è «Il profumo di una famiglia», quell’aroma naturale che emana la nostra pelle e che si mescola a quello che possiede la persona che amiamo, e dal quale nascono nuove fragranze nei figli che mettiamo al mondo.

Cosa rappresenta la scrittura per lei?
La scrittura per me rappresenta il mezzo per vivere altri ruoli nella vita. Non mi accontento del mio ruolo, per quanto felice e gradevole. L’immedesimazione nei personaggi che creo, in luoghi diversi da quelli a me abituali, scrutati dalle diverse prospettive di ciascun individuo è qualcosa che mi affascina e mi arricchisce al punto che, anche quando vado a letto, i dialoghi tra loro non si interrompono, e spesso rimango estasiata ad ascoltarli finché non mi addormento. Ed ecco che al mattino mi saltano alla mente tutti i loro discorsi, che mi affretto a gettare sulla carta. In pratica, è come se i personaggi avessero una propria vita, indipendentemente dalla mia volontà.

Uno scrittore a cui è più legata?
Dovendo sceglierne solo uno, direi senza dubbio Dacia Maraini. È il meraviglioso frutto della cultura fiorentina, unito al calore e alla carnalità probabilmente ereditati dalla madre, figlia della terra di Sicilia.

Tre aggettivi per descriversi?
Passionale, determinata, timorosa.

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice