Valerio Varesi: la menzogna è la cifra di questo mondo

Di nuovo nelle librerie lo scrittore dai temi contemporanei, questa volta con un giallo-noir come egli stesso ama definirlo, Il commissario Soneri, edito da Sperling & Kupfer. Avevamo conosciuto Valerio Varesi, giornalista, con Africa, un racconto dove denunciava lo sfruttamento e l’impossibilità del riscatto sociale. Oggi l’abbiamo incontrato, per parlare del suo commissario, alle prese con i “problemi di città”

Come è nata l’idea di scrivere questo romanzo?
Da sempre io intendo il romanzo giallo-noir come uno strumento efficace per raccontare l’oggi, il nostro mondo e le sue contraddizioni. Uso l’indagine per inoltrarmi dentro i problemi di città come Parma nelle quali si manifestano problemi analoghi a quelli delle metropoli, vale a dire lo scontro tra culture diverse, l’abbandono delle periferie orfane di industrie e di operai e l’assalto della malavita grande e piccola.

Chi è il commissario Soneri?
Un commissario della provincia padana che si trova a combattere un malaffare che è ormai internazionale con strumenti limitati. Un uomo che si mimetizza nella nebbia e sente forte la frustrazione nei confronti di un mondo che si è evoluto in un modo differente da quello che la sua generazione voleva. Proprio sulla sua generazione pesa la colpa di lasciare ai propri figli una situazione molto peggiore di quella ricevuta in dote dai padri.

Tre aggettivi per descriverlo?
Testardo, induttivo, solitario.

Una frase del libro che lo racchiude?
«Nelle città di nebbia si pensa, mentre nei posti di mare ci si lascia vivere».

Giornalista e scrittore: a quale di queste professioni è più legato?
A quella di scrittore. È lì che esprimo appieno me stesso. Il giornalismo è in gran parte servizio.

Tre aggettivi per descriversi?
Gli stessi di Soneri.

Progetti futuri?
Scrivere un libro sulla menzogna, che è la cifra di questo mondo (e forse lo è stata anche in precedenza), e sullo sfrenato desiderio di emergere, apparire e primeggiare che irrora l’umanità dopo la fine di ogni traccia di socialità.

Il pubblico come sta rispondendo al suo libro?
È presto per dirlo, ma i primi segnali sono molto positivi.

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice