Le vite parallele – Antonio Fusco

Tommaso Casabona, commissario della piccola cittadina toscana di Valdenza, torna per la quarta volta in quella che è la sua indagine più “intima”, al di là dei clamori e dei continui cambi di scena. Perché a differenza dei volumi precedenti – Ogni giorno ha il suo male; La pietà dell’acqua; Il metodo della fenice –, in Le vite parallele  (Giunti, 2017) il dramma che si consuma riguarda la sparizione di una bambina di soli tre anni, Martina, scomparsa nel nulla fra le mura domestiche, quasi si fosse letteralmente volatilizzata.

Al di là del team investigativo, composto da colleghi e amici del commissario che ormai abbiamo imparato a conoscere, i personaggi non sono molti, in linea con la tradizione dei gialli più classici –  per esempio alla Maigret –, dove i soggetti si alternano in lunghi interrogatori, aventi la funzione di definirne i caratteri e lo svolgersi degli eventi.
Ascoltiamo quindi la versione di una mamma lacerata dal dolore che, svegliandosi la mattina, non ha più trovato la figlia nel lettino; di un padre affermato dermatologo forse un po’ troppo spesso assente; di abitanti del piccolo paese, vicini alla famiglia, che millantano di conoscere qualche grosso segreto; di un balordo fuggito in Francia e individuato subito dalla polizia come il presunto colpevole. Un cocainomane, quest’ultimo, che intratteneva rapporti ambigui con la mamma di Martina e che potrebbe portare presto alla chiusura del caso.

Ma Casabona, che si alterna fra l’ospedale dove la moglie Francesca deve subire un delicato intervento e l’indagine serrata per portare a casa la bambina, non si accontenta delle apparenze. Con la sua grande capacità di osservazione, intuisce che troppe siano le incongruenze che ruotano attorno al caso. Nonostante morbose trasmissioni televisive, figlie dell’era moderna, si siano messe in mezzo per intorbidare le acque.
Il commissario creato da Antonio Fusco è, prima di tutto, un uomo e un padre, al quale certe sfumature non possono sfuggire. E mentre lui lotta con la squadra in una frenetica corsa contro il tempo, il lettore divora le pagine e avverte le sue pene. Cosa è stato di Martina? E soprattutto, questa bella bimba bionda che Casabona ha visto in foto e ha, in un certo senso, rappresentato per lui un nuovo inizio, è ancora viva?

La difficoltà di trovare Martina si unisce a quella, per il commissario, di tenere unita la sua famiglia; la moglie Francesca, molto malata, con la quale in passato ci sono stati degli allontanamenti, mai del tutto perduta.
E, a tal proposito, vorrei riportare una frase toccante dietro la quale si cela un tenero aneddoto, svelato dall’autore alla fine dell’opera.

«Tutti si perdono almeno una volta. Ma sono pochi quelli che sanno ritrovarsi. Se ci riescono è perché, anche da lontano, non si sono mai persi di vista.»

Se avete amato Tommaso Casabona negli altri tre libri, non potete perdervi quest’avventura. La sua indagine più “pacata”, quella dell’attesa e dell’osservazione silente. Ma non per questo meno efficace.

 

Le vite parallele
Antonio Fusco
Giunti, ottobre 2017
Pagine: 238
Prezzo: € 15,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa