Girl in snow – Danya Kukafka

Chi sei quando nessuno ti guarda? Chi eri? Che cosa rimane di te? Domande cruciali che si leggono accanto al titolo (e quarta) del libro d’esordio di Danya Kukafka. Girl in snow (Bompiani, novembre 2017), si presenta con una copertina innevata che riprende dall’alto un piccolo sobborgo e dà la sensazione di poterci sbirciare dentro, in quel gruppo di case. Il motivo per cui ha fatto tanto parlare di sé, a mio avviso, è il fatto che l’omicidio di una quindicenne sia stato in realtà un espediente per creare dei personaggi credibili, che si aprono al lettore e gli confidano situazioni altrettanto drammatiche. Ciascuno a suo modo, dato che i narratori sono tre: Cameron, Jade e Russ.

Lo sgomento che scuote la Jefferson High School, la mattina del 16 febbraio 2005, è disorientante. Lucinda Hayes, studentessa modello e ragazza popolare, è stata ritrovata morta sulla giostrina di un parco giochi. Siamo in Colorado, nella piccola cittadina di Broomsville. Il collo è spezzato e il cadavere lasciato lì, a farsi sommergere dalla neve. Per questo omicidio non vi è una vera e propria indagine, nel senso classico del termine. A narrare sono tre persone che hanno avuto a che fare con la vittima, oppure, come nel caso di Russ, che ad occuparsi del crimine sono obbligati.

Il punto di vista di Cameron è narrato in terza persona, al passato remoto. Si tratta di un ragazzino molto sensibile ed emarginato, che eccelle nel disegno. Compagno di classe di Lucinda, era ossessionato dalla ragazza, tanto da passare un tempo infinito a spiarla. Colui che è vittima di bullismo, in quest’opera viene accusato quindi di essere uno stalker, indice che nella vita vittima e carnefice spesso vivono in posizioni poco chiare, che possono portare a mescolarne i ruoli. La vita in famiglia di questo ragazzino non è semplice, a causa di una “mancanza” che egli dopo anni continua ancora ad avvertire.

Jade è invece più diretta: parla al presente, in prima persona. Una ragazza di diciassette anni senza amici, in sovrappeso, che si diverte a scrivere delle piccole sceneggiature per accentuare quanto l’ipocrisia impedisca di avere rapporti leali con le persone. Jade è sicuramente il personaggio meglio delineato; quello che rimane nel cuore. Dentro di sé contiene un mondo, che va al di là dell’apparenza fisica o delle mode del momento. Una particolare condizione di degrado vissuta in famiglia e il fatto che non possa vivere l’amore che vorrebbe, non fanno di certo sì che la ragazza si perda d’animo, rendendola quanto più vicino possibile a un’eroina dei nostri tempi.

Russ è il poliziotto (uno dei tanti) incaricato delle indagini. La narrazione con lui torna in terza persona, anche se al presente. È il personaggio più “aggrovigliato” dei tre, perché ha un passato complicato alle spalle, che spesso affiora, e un presente costruito su un mare di menzogne – e mi riferisco al rapporto con la moglie Ines.

Al di là di chi sia l’assassino di Lucinda Hayes, che fra l’altro è un colpo di scena, il lettore si perde nelle elucubrazioni dei personaggi, lieto di riuscire a comprenderne la personalità attraverso lo svelamento del loro passato. Gli adulti, in questa storia, ne escono con le ossa rotte, come non dirlo?

Solitamente io “divoro” i thriller in tempi rapidissimi. Una cosa che invece mi è capitata con questo romanzo è di centellinare la lettura, avendo quasi la sensazione di procedere a rilento. Un po’ è perché l’autrice, secondo me, ha voluto proprio dare la sensazione di “brancolare” in mezzo a tutto quel biancore portato dalla neve. E, in secondo luogo, Danya Kukafka utilizza una prosa che fa sovente ricorso a similitudini che uno non si aspetterebbe, quindi sembra che la lettura non scorra. Un modo di scrivere che per taluni può rappresentare un punto di forza, mentre a me crea delle difficoltà. Cosa che, semplicemente, va a gusti.

 

Girl in snow
Danya Kukafka
Bompiani, novembre 2017
Pagine: 332
Prezzo: € 18,00

 

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa