Topiopì – Andrea Camilleri

Una bella storia, che assomiglia a una fiaba, racconta di un malinconico ricordo d’infanzia di Andrea Camilleri. Si intitola Topiopì, un nome onomatopeico dato a un pulcino che ha avuto una spiacevole disavventura. Quando Camilleri era piccolo veniva chiamato Nené, e nel periodo della scuola elementare trascorreva le sue estati in campagna dai nonni, in compagnia di tanti animali, dal gallo, che cantava all’alba, alla mula, all’asino ecc.
Un giorno Nenè trova una sorpresa: nasce un piccolo pulcino e i due diventano molto amici.

«Da allora diventammo inseparabili. Mi veniva appresso perfino nelle mie scorribande campagnole, stentando molto a starmi dietro se inseguivo una lucertola o una biscia.»

Lo chiama dapprima Piopì, perché con questo suono il pulcino cerca di comunicare con il suo nuovo amichetto. Ma Piopì ha un brutto incidente, e Nenè soffrirà molto per questo dispiacere.
Per fortuna il piccolo pulcino riuscirà a cavarsela anche se sarà segnato per sempre, così come il cuore del suo amico Nenè.

Questa storia è l’emblema dell’amicizia e del rispetto nei confronti degli amici animali. Narra di un passato nostalgico, dove l’affetto della famiglia e dei nonni, in particolare, arricchiscono la vita di un bambino, così come anche il rapporto con gli animali. Sulla penna di Camilleri non c’è molto da dire, considerando che si conferma una certezza di stile e narrativa. Ma ci piace sottolineare che le memorie d’infanzia fanno meglio breccia nel cuore dei bambini, rispetto alle fiabe inventate.

Il libro contiene delle bellissime illustrazioni a cura di Giulia Orecchia per coloro che non hanno vissuto direttamente questa storia, cioè le nuove generazioni. Esso non è altro che una sorta di omaggio alle generazioni future di ciò che è accaduto, e che grazie al ricordo non morirà mai: Topiopì vive ancora oggi nella mente di tutti noi, grandi e piccini.

 

Topiopì
Andrea Camilleri
Mondadori, 2017
Pagine 48
Prezzo € 16,00

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist