Il formicaio delle zampe pelose: intervista a Mimmo Laghezza

In quest’intervista lo scrittore Mimmo Laghezza che ci parla del suo libro Il formicaio delle zampe pelose e della sua passione per la scrittura. “Umile, gentile, tenace”, così si descrive lo scrittore.

Com’è nata l’idea di scrivere questo libro?
In realtà non è nata un’idea… nel senso che io ho raccolto delle storie che raccontavo ai miei figli per farli addormentare e, per tenerne memoria, le ho messe su carta. Banalmente, questa è la verità. Avrei voluto tanto raccontarti di messaggi da lanciare, pensieri profondi da esternare, ma sarebbero solo fesserie!

Un titolo originale: come è venuto fuori?
Qualunque cosa mi venisse in mente, dava una visione parziale del racconto, dei valori che cerco di tenere vivi, degli insegnamenti che volevo trasmettere ai miei figli. Allora ho pensato che fosse meno ‘riduttivo’ circoscrivere l’ambiente in cui si svolge la maggior parte del racconto. Non pensando che potesse diventare un libro, avevo titolato le singole storielle che lo compongono affinché i miei figli, da grandi, potessero facilmente individuarle: “Jacomino e la pioggia a sorpresa”, “La partita a colori” e così via…”

Quando nasce la tua passione per la scrittura?
Sono un giornalista ed è difficile per me individuare un momento preciso. Diciamo dal triennio del liceo, anche perché nel biennio avevo una professoressa di lettere talmente scarsa che disincentivava al gusto della bella prosa.
Quello che mi preme dire, in un momento in cui tantissimi pensano di essere in grado di scrivere un libro, è che occorre incentivare il gusto alla lettura, prim’ancora che alla scrittura!

Una frase del libro che lo raccoglie?
Uhhhmmmm… che domanda complicata! È un racconto molto articolato, con tanti spunti di riflessione, non solo per i ragazzi. Individuare una frase non è impresa facile, per me. Faccio una cosa… ne scelgo sei o sette e poi, bendato, ne indico una a caso: come si fa per scegliere la lettera di “fiori, frutta, città…” Scherzi a parte, una che forse incarna lo spirito del libro è nell’aletta di copertina: una giovane formica si fa tante domande mentre è sotto la doccia a eliminare una sensazione di sporco, di minerale appiccicato addosso.

Tre aggettivi per descriverti:
Umile, gentile, tenace

Progetti futuri?
Non scrivo perché altrimenti non vivo, perché non ne posso fare a meno. Devo capire se la mia prosa piace, se questo racconto è gradito ai lettori. Solo se verificassi che il mio modo di scrivere riscuotesse consenso, allora mi cimenterei in qualcosa di diverso. Ma è troppo presto per azzardare ipotesi, ora.

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice