Intervista a Luca Bianchini
In quest’intervista lo scrittore Luca Bianchini presenta il suo ultimo romanzo So che un giorno tornerai, pubblicato per Mondadori.
Come è nata l’idea di scrivere questo testo?
Per caso un sabato sera, in macchina di una sconosciuta… sono salito e lei ha iniziato a raccontarmi la sua storia, che se fosse nata maschio sarebbe stato tutto diverso. Così ho iniziato questo viaggio partito dalla verità e concluso con un finale introspettivo.
Ci confida qualche segreto legato al suo stile di scrittura sempre scorrevole?
Mi faccio guidare dal mio istinto, mi rileggo ad alta voce, mi ascolto… e se non mi emoziono taglio, cancello o riscrivo. Ho un metro di giudizio: la velocità. Se ci metto troppo a scrivere il lettore farà fatica a leggere, così se sono lento mi vado a fare un giro.
Tre aggettivi per descrivere Angela?
Complicata, vittima, carnefice.
Una frase che lo raccoglie?
«Non può finire male».
Tre aggettivi per descriversi?
Ironico, malinconico e generoso.
Come ha accolto il romanzo il pubblico?
Per ora molto bene, ma è appena uscito. Sono fiducioso.