Un assassino alla mia porta – Samantha King

Il romanzo d’esordio dell’inglese Samantha King, che a pochi giorni dall’uscita ha già suscitato enormi consensi di critica, s’intitola Un assassino alla mia porta (Newton Compton Editore, 2018). Prima di dedicarsi alla scrittura, l’autrice è stata editor e psicoterapeuta. Proprio quest’ultima attività deve averla forgiata ad indagare con dimestichezza l’animo umano e ben caratterizzare i suoi personaggi.

L’opera è sapientemente divisa in quattro parti, in cui si dipana l’enigma della protagonista, serrata in una morsa di dolore, sgomento e paura.
Maddie non ha mai potuto affacciarsi al mondo del lavoro, né avere una sua indipendenza economica. Questo perché, mentre ancora stava compiendo gli studi, ha conosciuto Dom, colui che sarebbe presto diventato suo marito e il padre dei suoi adorati gemelli, Aidan e Annabelle. Dom si è sempre prodigato affinché tutto funzionasse in famiglia, non negando di desiderare ardentemente che la moglie restasse a curare i figli e lasciasse a lui, col suo duro lavoro, il compito di portare a casa i soldi.

Che in quel ruolo di madre a tempo pieno la donna ci si sia un po’ cullata, è innegabile. Per quanto badare a due gemellini scatenati possa essere impegnativo e fonte di stress, s’intende. Anzi, proprio a causa della grossa mole di responsabilità, Maddie ha finito col perdere le redini, accettando gli eventi con rassegnazione.

La situazione, già compromessa, precipita nel giorno del decimo compleanno dei gemelli. Uno sconosciuto mascherato, dalla fisicità imponente, si presenta alla porta di Maddie con una pistola in pugno e le impone di scegliere fra i suoi due figli. Quale salvare? E chi invece lasciare morire?
La trama, intesa in questo modo, potrebbe sembrare alquanto banale. Per non dire assurda. Chi mai sceglierebbe, in maniera deliberata, quale dei propri figli sacrificare? Ma qui subentra l’abilità dell’autrice e il fatto che la storia sia stata molto ben congegnata.

Per buona parte si brancola nel buio insieme a Maddie che, sotto shock per quanto accaduto, si aggira per le stanze muta e smemorata, senza mai raggiungere alcuna interazione significativa. La donna si ostina a rimuginare su quella maledetta mattina, che avrebbe dovuto invece essere una giornata di festa per i gemelli, chiedendosi cosa sia realmente accaduto. Perché Maddie, annientata dal senso di colpa, è subissata dai dubbi. E se il male non venisse dall’esterno, ma fosse insito in una famiglia che coltivava da anni odi e rancori? Maddie sente che l’incubo non è finito e che i “mostri”, quelli che albergano nei suoi sogni e le attanagliano la gola per impedirle di respirare, non potranno essere combattuti fino a quando non verrà dato loro un volto.

Un tema sempre attuale, quello di una donna che si chiede se sia stata una buona madre. Se abbia saputo proteggere i suoi figli, oppure non sia riuscita a scorgere il pericolo che veniva loro incontro nella quotidianità. Ma soprattutto, se abbia amato entrambi allo stesso modo, un quesito che assilla molti genitori, rei di fare delle differenze e creare insicurezze in chi viene messo da parte.
Un consiglio: non date tutto per scontato, in questo romanzo, neppure quando vi sembrerà di avere intravisto la soluzione.

Leggete Un assassino alla mia porta  per il ritmo che l’autrice riesce ad imprimervi. Alla suspense creata e al fatto che non ci si possa distrarre neanche per un attimo. Come invece aveva fatto Maddie che, impegnandosi anima e corpo in un unico campo, aveva inesorabilmente perso la visione globale della sua esistenza

 

Un assassino alla mia porta
Samantha King
Newton Compton, novembre 2018
Pagine: 330
Prezzo: € 10,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa