Guance ciliegine – Bruno Tognolini

Ogni bambino è vittima di insicurezze che per lui rappresentano un cruccio, per non dire una vera e propria limitazione. Diventare grandi è un processo affatto facile, e comunque i problemi dell’infanzia si acuiscono; si impara a conviverci (e a superarli), ma non se ne vanno mai del tutto. Guariscono, come fa una ferita quando cicatrizza, ma ciò non toglie che il segno rimanga.

Non ditelo ai bambini, mi raccomando. Loro sono così fiduciosi, nei confronti di noi adulti, e credono che dai problemi, crescendo, si guarisca per davvero. Non togliete loro le illusioni, dato che lo capiranno da soli e anche fin troppo in fretta!

A proposito di storie belle e foriere di speranza, vorrei segnalare un libretto dal titolo Guance ciliegine di Bruno Tognolini (Giunti, 2018), il due volte Premio Andersen, già autore di teatro e scrittore a tempo pieno di libri per l’infanzia. Le efficaci illustrazioni, di cui il testo si pregia, sono di Marcella Grassi. 

La vita di Josephine, nove anni, non è affatto semplice. La bambina infatti è timidissima e vede se stessa nei panni di un povero uccellino derelitto, perennemente con la coda piegata in giù. I grandi, invece, sono per lei maestose giraffe; esseri impavidi che gravitano il mondo con ardore. Il fatto è che tutti si aspettano qualcosa, fosse solo un saluto (dì buongiorno al signore, Josephine!), ma quando si è timidi e si è piccoli, anche i gesti quotidiani sono fonte di stress. Ecco quindi che le guance di Josephine vanno a fuoco di continuo, ed è impossibile celarne il rossore. Che handicap fastidioso!

Guance rosse che scottano come stufette, mani che si stringono una con l’altra per tenermi salda, occhi che si chinano per cercare buchi in terra, piedi che strisciano per scavarli e scomparire.


È importante che i nostri figli leggano una storia come quella di Josephine, per riuscire a comprendere che le paure ci accomunano. Solo guardando un problema da un’altra prospettiva, si può provare ad esorcizzarlo. E faccio l’esempio di chi ha soggezione della maestra. Anche lei un tempo è stata bambina e immaginarla piccola e insicura potrebbe renderla meno “distante”. Ancor più, ciò che appare come un difetto personale, può essere apprezzato da altri. Tipo le odiate guance di Josephine, sempre “vergognose”, che invece costituiscono un pregio per le sue compagne di scuola, in quanto sinonimo di empatia.

È vero, è timida e diventa sempre rossa, ma forse proprio per questo è più gentile. Ascolta quello che le dici, capisce i sentimenti che tu provi, accoglie i tuoi segreti e non li spiffera.

L’autore è totalmente credibile in questi dialoghi. Quasi se a parlare fosse davvero una bambina di nove anni. Perché ai minori si può arrivare soltanto ponendosi sul loro stesso piano, parlando loro una lingua che conoscono. Del resto, Josephine supererà le sue insicurezze con l’aiuto di un fantomatico scrittore, Mino Milani. Ma non è forse vero che ogni adulto equilibrato è stato in passato un bambino a cui qualcuno ha dato il buon esempio? 
All’adulto basta aprire la strada: se è valida, il piccolo proseguirà da sé.

Guance ciliegine
Bruno Tognolini
Giunti, settembre 2018
Pagine: 64
Prezzo: € 6,90

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa