Intervista a Eraldo Baldini

In quest’intervista con lo scrittore Eraldo Baldini parliamo del suo ultimo libro e della sua passione per la scrittura.

Come è nata l’idea di scrivere il libro?
Sono un antropologo culturale e faccio ricerca in questo campo, oltre che in quello storico; e come mi è accaduto altre volte, è dai materiali che rinvengo e maneggio come saggista che nasce in me l’idea per un libro di narrativa. L’anno scorso, insieme ad Aurora Bedeschi, ho pubblicato un saggio sulla storia delle carestie ed epidemie in Romagna (Il fango, la fame, la peste, edito dalla Società Editrice Il Ponte Vecchio), ed è stata questa la genesi della suggestione che mi ha portato a scrivere La palude dei fuochi erranti (ed. Rizzoli), ambientato in una piccola comunità isolata tra le paludi del territorio settentrionale del Ravennate nel 1630, l’anno della grande peste di manzoniana memoria, dove insieme nell’attesa dell’epidemia si manifestano strani accadimenti e cupi misteri.

Una frase che ne racchiude il significato?
Direi la battuta di dialogo che l’editore propone in quarta di copertina: «Adesso ditemi: c’è il Diavolo, qui?»
«Ce ne sono tanti. Ma non hanno l’aspetto che voi pensate.»

Cosa significa per lei scrivere?
Scrivere è insieme passione e professione, e significa dare una forma al mio immaginario in modo da poterlo “raccontare” in prima battuta a me stesso, poi poterlo condividere. 

Uno scrittore a cui è più legato?
Sarebbe un elenco molto lungo, sono tanti i libri che mi hanno appassionato e segnato e altrettanti gli autori che apprezzo. Se ne devo citare solo uno, però, al di là di ogni confine di genere, direi John Steinbeck.

 Tre aggettivi per descriversi?
Curioso, sognatore, solitario.

 Progetti futuri?
Al di là del mio lavoro di ricerca e di scrittura saggistica, che certamente continuerò, non mi dispiacerebbe riproporre in un’altra vicenda il protagonista principale di La palude dei fuochi erranti, cioè il commissario apostolico monsignor Rodolfo Diotallevi, che è insieme forte e fragile, credente e dubbioso. Ma per ora è solo un’idea, vedremo se prenderà davvero forma.

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice