Tehran girl – Mahsa Mohebali

Ti spetterà mai una serata in cui fregartene del tuo aspetto? (…) Come ai vecchi tempi, che quando uscivi dalla doccia ti veniva sonno. Dove sono finite le sensazioni di una volta? Quegli odori, quei sogni? Saranno là, dove si è accumulato tutto il resto…

Elham è la protagonista di Tehran girl, il nuovo romanzo di Mahsa Mohebali, scrittrice e sceneggiatrice iraniana, pubblicato in Italia da Bompiani e tradotto dal persiano da Giacomo Longhi.

La lettura di questo romanzo ci fa imbattere in una giovane trentenne che solo apparentemente incarna il cliché della donna iraniana, tutta trucco, avvenenza e dolci sorrisi per accalappiare il buon partito o per compiacere il datore di lavoro. In realtà quella che si cela dietro la maschera della donna sexy, ossessionata dalla cura del proprio corpo, che dedica ore e ore agli allenamenti in palestra, è una donna ribelle che con tutta se stessa cerca di affermare la propria identità, una identità che passa necessariamente attraverso la dolorosa indagine sul passato della sua famiglia.

Il suo capo, che la vuole sempre compiacente e carina, le rivela, in maniera del tutto inaspettata, che sa dove si nasconde suo padre, scomparso da venticinque anni, quando ha abbandonato moglie e figli. La rivelazione porta Elham sulle tracce del padre, in Svezia, ma l’incontro non sarà catartico e pacificatore fra padre e figlia. Tutt’altro. Elham non avrà le risposte che cerca e continua a portarsi addosso il senso di colpa che ormai la assilla da anni: si ritiene infatti la responsabile della denuncia dei suoi genitori, dissidenti comunisti, e di conseguenza responsabile della fuga del padre e della rovina della madre, divenuta una oppiomane, e della sua intera famiglia. 

Per non rimanere schiacciata da questo senso di colpa Elham gira come una scheggia impazzita per le strade di Tehran, sfrecciando in mezzo al traffico caotico della metropoli, sotto una costante pressione psicologica e fisica, alla implacabile ricerca della verità.

Quando vivi in una casa in cui tutti fanno figli con tutti e nessuno fa figli con nessuno, in cui tutti bruciano i libri di tutti e di punto in bianco spariscono…be’, è ovvio che poi il puzzle non riesci più a ricomporlo

Intorno a Elham ruotano molti personaggi, zii, cugini, amici, condomini, in un caleidoscopio di personalità più o meno disperate e spesso obnubilate dall’uso massiccio di droghe. Molte sono donne, a tratteggiare un universo femminile che decisamente contrasta con l’immagine che l’occidente ha delle donne iraniane. Qui il velo, sebbene presente, rappresenta quella chiave verso la ribellione a un sistema che schiaccia le donne, che le sottomette a una cultura maschilista dominante. Eppure le donne di questo romanzo tutto sembrano fuorché sottomesse, anzi la loro forza ribelle le pone un gradino più in alto dei loro parenti maschi. Sono loro che riescono ad affrontare e risolvere situazioni estreme, che riescono a non cedere sotto il peso di responsabilità sociali e familiari enormi, che i maschi non sanno prendere di petto.

Sullo sfondo, ma anche tutto intorno, ruota la città di Teheran, con le sue autostrade e i suoi viali sempre intasati da migliaia di automobili, con i suoi quartieri ricchi fatti di palazzi meravigliosi con vetrate scenografiche che si affacciano sulla città e che si contrappongono alla sterminata e misera periferia. Una città che avvolge e respinge, che abbraccia e allontana e che la nostra protagonista sembra dominare a bordo del suo destriero motorizzato.

Tehran girl è un romanzo che spiazza il lettore per la sua rudezza, per i graffi che lascia sulla pelle, un romanzo di non agevole lettura, con numerosi salti temporali e con un linguaggio a volte estremo, ma realistico e necessario per una rappresentazione della realtà non edulcorata dall’immaginario collettivo benpensante e omologato.

L’autrice, che ha al suo attivo altri romanzi e sceneggiature cinematografiche, ha dovuto far ricorso a un editore afghano per pubblicare questo libro, visto che in Iran non trovava spazio editoriale. Oggi il romanzo viene letto clandestinamente, sebbene trovi sempre più numerosi lettori.

Ogni volta che qualcuno ti chiama per nome significa che gli servi. Ma stasera non ci sei per nessuno. Non ti va di incipriarti il naso, il mento, le guance. Di mettere il fondotinta, il fard, l’eye-liner. Di imbrattarti gli occhi. Ti mancano cos’ come sono. Al naturale. Ti manca essere te stessa. Te stessa? Cioè chi? Quando dici te stessa chi intendi esattamente?

Mahsa Mohebali
Tehran girl
Bompiani, 2020
Pagine: 268
Prezzo: € 17,00

Beatrice Tauro

Scrittrice