Le unghie rosse di Alina – Christine Von Borries

Le unghie rosse di Alina di Christine Von Borries (Giunti, marzo 2020) è il secondo episodio delle serie con le quattro amiche fiorentine Valeria, Erika, Monica e Giulia, già protagoniste di A noi donne basta uno sguardo. L’autrice è di madre italiana e padre tedesco. Nata a Barcellona nel 1965, ha lavorato come pubblico ministero in varie città italiane e, dal 2005, a Firenze. Questo è il motivo per cui da un nome tale non ci si aspetterebbe un giallo che invece è totalmente italiano, anche per quanto riguarda la conoscenza approfondita dei luoghi.

Valeria Parri è pubblico ministero alla Procura di Firenze, in attesa del terzo figlio e ai ferri corti col marito. Erika Martini è ispettore di polizia, con un neonato da crescere da sola, a causa di una situazione complicata che si è venuta a creare col padre del bambino; Monica Giusti è commercialista, con un fidanzato attore che pensa solo per sé e non vuole figli; Giulia Gori è giornalista ed è sicuramente la più indipendente dai legami familiari. 
Le quattro donne, che nella vita sono molto amiche e divengono perciò emblema della solidarietà femminile, si ritrovano spesso a condividere chiacchiere e segreti, durante quelle cene che  organizzano nella speranza di potersi rilassare. Per una serie di motivi, esse si trovano a indagare sullo stesso caso, unendo forze e risorse. 

Una ventenne viene rinvenuta cadavere nelle acque di un torrente, alla periferia di Firenze, e i tratti somatici fanno subito pensare a una ragazza dell’est. Si tratta di Alina, una prostituta ucraina che ha diviso un appartamento con altre belle inquiline. Dell’omicidio viene subito accusato il giovane fidanzato di una donna della Firenze altolocata, decisamente più adulta, cliente del nuovo studio aperto da Monica, la commercialista del gruppo.

Prese il fascicolo ben visibile accanto alla tastiera del computer e lo aprì. Aveva sempre in mente la morte della giovane Alina e il suo volto le balzò davanti agli occhi dalla fotografia attaccata sul retro della copertina. Era il suo modo di rendere più reali e vicine le vittime.

Dietro a questa morte si nasconde una vicenda ben più complessa, che trova le sue radici nella problematica dolorosa, quanto attuale, della fecondazione eterologa: una procedura di inseminazione assistita da poco approvata in Italia. Quanto una donna, pur di diventare madre, è disposta a fare? A rischiare, mettendo a repentaglio la sua vita per andare contro natura e vedere appagato il desiderio di generare un figlio? È la domanda che emerge fra le righe, di quello che non è un semplice giallo di caccia all’assassino, ma analizza e abbraccia una questione più complessa. Un traffico illegale di ovuli e gameti, senza precedenti.

Le quattro amiche sono sempre pronte a spalleggiarsi e a scendere in campo personalmente, pur di salvare la situazione quando una di loro si mette in pericolo. E questo a scapito della loro stessa incolumità. Perché l’amicizia è il bene più prezioso al mondo. Non conosce schemi, né paura, fintantoché il colpevole sarà assicurato alla giustizia. E devo aggiungere, anche con un finale a sorpresa, davvero inaspettato. 
Le unghie rosse di Alina è un bel romanzo, con una copertina più accattivante rispetto al primo. Una storia che merita attenzione, da leggere.

Le unghie rosse di Alina
Christine Von Borries
Giunti, marzo 2020
Pagine: 256
Prezzo: € 16,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa