Intervista a Luciano Censi

Giovedì 22 settembre a Tivoli presso le Scuderie estensi l’autore Luciano Censi ha presentato il suo libro di poesie Armoniche di luce alla presenza di un pubblico molto interessato.  In quest’intervista Luciano si racconta.

Come nasce questo testo poetico?
Durante la pandemia abbiamo vissuto una crisi relazionale, sociale, costretti per giorni a stare rinchiusi in casa, contro un nemico invisibile, senza faccia ne forma, che mieteva (molto più di adesso,) solo morti e dolore. Mi sono chiuso in me stesso in quel periodo nel senso più profondo del termine, per trascendere, (nel senso di entrare dentro) come da poter aprire e far entrate luce che potesse illuminare.
L’unica via è stata solo quella che ho sperimentato interiormente, riabbracciando il me stesso bambino,  quello che chiamano, il dio interiore.
Dunque il nostro Risveglio è la crisi, ed è benedetta e bisogna abbracciarla: io l’ho accolta, trasformata e liberata, in quella Luce, che ci appartiene sin da piccoli nella scintilla divina che penetra e risplende sul buio.
Risuoniamo in un cuore di armoniche di luce, che interagiscono con l’universo che ci circonda, con gli esseri viventi, con la natura, con le situazioni che ci coinvolgono personalmente, ma senza più preoccuparci più del passato o del futuro , ma vivere ogni momento per quello che è….

Cos’è per lei la poesia?
Mi rifaccio al termine poesia, per rispondere a questa sua profonda e vasta domanda:
“poesia” deriva dal greco ποίησις, poiesis, che significa “creazione”.
La risposta la trovo nella domanda stessa, per creare bisogna avere degli elementi degli ingredienti per una buona “creazione “.
Qui l’aiuto completo, lo trovo nelle parole del profeta Kahlil Gibran scrittore, poeta e artista, libanese a me molto caro… «Il grano è frantumandosi che diviene farina e nutrimento».

Una poesia a cui è maggiormente legato?
Ce ne sono molte, a cui sono molto legato, ma forse il componimento che suscita in me una profonda commozione è  “Lungo la strada”, poesia sempre in verso libero, scritta e dedicata ad una persona speciale, che fa parte della mia vita.

Perché scrive?
Perché scrivendo riesco a dare le parole a quel processo di ricerca con il fine di nutrire le radici più profonde dei miei rami invisibili…. Per l’appunto ecco l’immagine che le invio, e fa parte del fronte del mio biglietto da visita…

Come sta rispondendo il pubblico?
Il pubblico sta rispondendo molto bene, sia via social che dal vivo.
Il contatto umano è quello che prediligo tra i due. Ho ricevuto molti apprezzamenti da “addetti ai lavori” che fanno sempre piacere se accolti sempre nella maniera non egoistica.

«Non mi piace l’arte che serve solo a celebrare il suo autore. Mi piace l’arte utile per guarire». Tratto dalla poesia Por Osmar di Alejandro Jodorowsky

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice