La nebbia e gl’irti colli – Fulco Pratesi

Fino a qualche periodo fa la memoria era infarcita di versi memorabili, oggi un po’ meno. Cos’è cambiato? I programmi scolastici che naufragano tra le riforme o, forse, la pigrizia di studenti e insegnanti, alimentata dalla tecnologia in continuo avanzare, la quale, quest’ultima, con piccoli aggeggi ci “conserva” parole, e non solo, da tenere a mente?
In tutto questo però non possiamo dimenticare i capolavori, almeno degli ultimi due secoli, che hanno sostenuto la storia della cultura (e poesia) italiana.

Il fondatore e presidente del Wwf Italia (e del parco nazionale d’Abruzzo) ha vivisezionato «sotto la lente del naturalista», alcuni versi dei «mostri sacri» della nostra Letteratura, rilevando anche (attenzione!) degli errori inimmaginabili.
La celebre poesia del Carducci, che ha dato il titolo al libricino in esame, nasconde uno sbaglio che è sfuggito a molti e che Fulco Pratesi non solo ha rilevato ma ne ha persino suggerito un rimedio, sostituendo il verso “incongruente”.

Partendo da queste insolite annotazioni l’autore ha voluto continuare analizzando motivazioni del dietro le quinte di opere dei più vistosi autori italiani che si sono occupati di descrizioni reali inerenti a luoghi e atmosfere naturali.
Nel testo, quindi, si narrano aneddoti e realtà cui non abbiamo dato la dovuta importanza al momento dello studio. Persino il celebre Passero solitario (o «misantropo»!) possiede una specie di archetipo rintracciabile già nel Salmo 102 (101) nonché nella Vulgata di San Gerolamo. E pensare che lo credevamo originale!

Questi piccoli ma rilevanti particolari danno, oltre a una spiegazione logica di causa-effetto e a una soluzione di incognite rimaste tante volte in sospeso, motivazioni utili per una maggiore comprensione di versi così tanto noti ma spesso rimasti nell’ombra (almeno per quel che concerne la lettura “tra le righe”). Per non parlare delle meravigliose descrizioni di ambienti naturali che fanno di D’Annunzio, ad esempio, intenditore di Scienze naturali. E qua iniziano gli elogi. Pratesi lo considera un genio anche perché sembra conoscere e descrivere molto bene la natura e le sue creature, anche più piccole e trascurabili, senza commettere errori. Ma, afferma nello stesso tempo: «Trovare il pelo nell’uovo è però possibile anche in un genio come D’Annunzio». Sarà vero?

La nebbia e gl’irti colli
Fulco Pratesi
Rubbettino
Pagine 68
Prezzo di copertina € 6,00

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist