L’estate del diavolo – Luigi Milani

L’Estate del Diavolo, dieci piccoli racconti uniti non dalla stagione estiva, come apparentemente potrebbe far pensare il titolo, ma dalle diavolerie oscure che hanno come protagonisti soggetti diversi, con motivazioni differenti. La dimora del diavolo per antonomasia viene definita calda, infuocata, bruciante, ed è forse questo motivo che induce Luigi Milani ad associare al diavolo l’estate, la stagione più infiammata dell’anno. L’autore non si cura della crisi editoriale che colpisce il settore, nei suoi racconti utilizza uno stile elegante e ricercato. I suoi racconti brevi si presentano come un sistema a “buffet”, che saziano senza appesantire, grazie a tante trame diverse l’una dall’altra. Questi racconti si richiamano al “male”, all’horror, collegandosi all’immaginario del lettore comune, che almeno una volta nella vita ha pensato a fatti tragici, non indicibili. Infatti, il retrogusto di questi racconti sta sicuramente nelle reminiscenze della professione di avvocato, che l’autore ha svolto e che marchiano gli eventi raccontati, ad eccezione di quelli aventi come protagonisti alcuni fantasmi.
Le inquietudini dei racconti iniziano con quelle relative al matrimonio:

Sperimentò vari amanti tra i suoi colleghi, incurante delle convenzioni sociali, in spregio aperto di una moralità che ora le appariva ridicola, superata, bacchettona. […] In fondo vendere il proprio corpo non era poi un cattivo affare. Poco sforzo, ottimi risultati.

E continuano con i sobbalzi causati dall’arrivo del diavolo in treno, che per colpire si avvale dei film proiettati in paese, a questo seguono il racconto del lanciatore di coltelli, affrontato da una donna in tailleur grigio, Dior, che mette in dubbio l’infallibilità dell’artista, nella sua ultima esibizione e quello della torre ove una strega salva la vita di Lodovico impedendo il contagio pestifero, causa di sicura morte.

“Sei stato generoso e coraggioso con me” dice, con sussurro d’amante, con richiamo di madre,con carezza di sorella.
“E a che giovò il mio coraggio, se tale poi fu?” ribatto, liberandomi dalla cotta che, pesante, mi grava sul petto.
“A salvarti la vita, Lodovico” risponde lei, sfiorandomi le guance con le dita.
“Per stanotte, forse. Ma domani? Il giorno appresso?”
“Non è dato sapere, amico mio. Morrai quando verrà la tua ora.”

Troviamo inoltre lo strano screzio con l’albero di leccio e la tragica fine del poliziotto generoso per passare, poi, ad un gioco di fantasmi fra nonni e nipoti, veramente piacevole, al racconto di sogni tragici indotti che uccidono per davvero, quando giunge inaspettata l’estate del diavolo, con il suo epilogo sulla terrazza di un albergo, ove un brindisi suggella il patto che nasconde un efferato delitto. I racconti finiscono con A pistola spianata ove un poliziotto perde la partita con la sua ragazza perché lo fa secco con la sua stessa arma.

L’ atmosfera cambia da un racconto all’altro lasciando il lettore avvolto da un’aria di mistero fino alla fine e inducendolo a lavorare d’immaginazione, persino a rendersi quasi partecipe alla trama del racconto, senza essere minimamente spaventato a differenza dei racconti horror dove, aprendo una porta, ti può capitare di assistere ad uno spettacolo da brividi con pareti sprizzate di sangue e viscere sparse ovunque. Questi racconti di Milani appartengono, dunque, al genere fantastico, per stile e linguaggio, in quanto cambiano da un testo all’altro proprio come gli assaggi di un buffet.

L’estate del diavolo
Luigi Milani
Delirium Edizioni, 2012
Prezzo di copertina € 3,99

Franco Santangelo

Critico e Storico