Ho parlato alle parole – Luca Buonaguidi

Dopo I giorni del vino e delle rose (Frammenti, 2010) torna Luca Buonaguidi con una raccolta poetica edita nel marzo 2014 da Oèdipus, nella collana Intrecci. Ho parlato alle parole, questo il titolo che l’autore pistoiese, classe 1987, ha scelto per la sua seconda silloge, realizzata in un arco di tempo che conta quasi due anni. La copertina è opera del pittore belga Pol Bonduelle.
L’opera nasce dalla riflessione su un verso del poeta genovese Vittorio Reta: «So che al mio silenzio non ho avuto risposta perché non miravo mai al centro»; e segue quello che è il dubbio espresso dallo scrittore e saggista Franco Loi con la frase «Se io parlo non so chi è il parlare».
La parola diventa quindi dialogo e, al tempo stesso, ricerca per indagare un proprio mondo interiore che dovrebbe condurlo a comprendere se stesso.

Sono poeta/ e sollevo in aria/ un cuore che saluta./ Ho capito che l’armonia/ è oltre il giardino/ e dentro il cammino/ con un fantasma/ che mi cammina accanto [da “Oltre a questo canto”].

Sicuramente sono liriche che rompono con quella che è la tradizione classica ed un cammino già segnato. Il poetare di Buonaguidi è singolare, mai banale e non segue una metrica precisa. Ricche di allitterazioni, ripetizioni e giochi di parole, le strofe ricorrono a parole inusuali e concetti astratti, che necessitano di una profonda interpretazione.

In Sete di senso, per esempio, il poeta afferma: «Ho grandi progetti/ per il mio passato», che può sembrare un controsenso, se non recepito in funzione di quel cambiamento che porta ad una sorta di rottura e a gettare le basi per una poesia più consapevole. Forse il modo di poetare di Luca Buonaguidi, senza rinnegare il passato, si ergerà da qui in poi forte come il tronco di un albero, a sostenere i rami e le foglie di tutta la sua produzione futura. Un nuovo tipo di concepire la poesia, accettando anche il silenzio, che va di pari passo con le parole. Le parole esistono proprio perché vi è il loro contrario, e le dicotomie sono utilizzate spesso dall’autore. Egli dovrà imparare a vivere nelle parole stesse, perché compito del poeta è sì attendere quella “réverie” tanto cara a Rimbaud – che con Carnevali e Rilke rappresentano i suoi modelli preferiti -, ma accettare in quanto “sentinella” il vuoto dei contenuti. Ecco quindi che tutto acquista un suo valore poetico, anche gli eventi negativi.

Percorro il fitto grano opaco/ e riconosco il compito affidato:/ ci vorranno parole di morte/ e vomiteremo il cielo indigesto/ e tutte le visioni/ e sarà tutto infinitamente poetico. [da “Compito dei Poeti”].

Leggendo queste 42 poesie di cui la raccolta è composta, si ha la sensazione che il poeta abbia una visione “rovesciata” delle cose,  come se guardassimo il tutto capovolti.

e il primo errore del mondo/ è credere che all’abisso/ si scenda; e non si ascenda. [da “Arthur Rimbaud”]

Il poeta “fingitore” di Buonaguidi è angosciato dalla coscienza e non riesce a percepirsi in questa vastità di eterno che rappresenta il mondo. Soffre per un “vuoto di senso”. E tante sono le domande che si pone, prima fra tutte se potrà abituarsi a morire, mentre tutto “si fa gabbia” e lo spirito riscopre “d’essere niente”. Stanco delle parole, egli scrive per combattere un’ansia che lo attanaglia.

La poesia/ mi ha salvato la vita/ e in quella estrema salvezza/ il verso si è fatto carezza. [da “Poesia”]

Nella lirica Tre volte notte il poeta parla di “parole ubriache”, definizione che ben si addice a questa raccolta. Sebbene ci si renda conto di trovarsi davanti a qualcosa di profondo, talvolta è proprio questa moltitudine di parole, che sembrano messe nero su bianco da un impulso, un’urgenza impellente di comunicare, che porta il lettore a smarrirsi. Ragion per cui, consigliamo la lettura di questo libro a chi abbia già una breve “infarinatura” di Filosofia o, più semplicemente, sappia vedere oltre il mero significato delle parole e rivolga la sua ricerca a qualcosa di più ampio.

 

Ho parlato alle parole
Luca Buonaguidi
Oèdipus, 2014
Pagine 72
Prezzo di copertina € 10,00

 

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa

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