La gallina che sognava di volare – Sun-Mi Hwang

Sun-Mi Hwang è una delle più celebri autrici per l’infanzia della Corea del Sud, ma il libro di cui stiamo per parlarvi si rivolge a tutte le età. La gallina che sognava di volare (Bompiani, 2014) è diventato anche un film d’animazione intitolato Leafie.

Parla di Gemma, una gallina ovaiola che vive rinchiusa in una stia, senza possibilità di muoversi, e che osserva furtivamente la vita che si conduce nell’aia, augurandosi un giorno di poter vivere anch’essa libera come il gallo e la gallina e come le tante anatre. Gemma coltiva un grande sogno: poter covare un uovo, almeno uno, e avere così la gioia di diventare madre. Ovviamente questo non può avvenire stando nella stia, ma lei non lo sa e, ogni giorno, quando la moglie del fattore viene a prendere il suo uovo, per lei dovervi rinunciare è un forte dolore che si rinnova. Tanto da indurla a decidere di non mangiare più e a rifiutarsi di deporre altre uova. Il fattore e la moglie, credendola malata, cercano di “eliminarla” portandola in una fossa comune per polli. Ma Gemma è forte e sopravvive e, con l’aiuto del germano reale Ramingo, riesce anche a sfuggire alle fauci della donnola, perennemente affamata e in agguato.

Nonostante questo, la vita di Gemma diviene molto dura, perché lei non vive in un pollaio o in stormo. È sola. Nessun animale vuole farla dormire nel fienile, e così, cacciata via in malo modo, Gemma inizia un pellegrinaggio continuo al fine di sopravvivere alla donnola. Finché, un giorno, trova un uovo azzurrino abbandonato in un canneto, e finalmente può coronare il suo sogno di avere un figlio.

Non poteva abbandonarlo. Se non si fosse occupata di lui forse non si sarebbe mai dischiuso. Quindi decise di rimanere lì fino al ritorno della madre. Entrò nel roveto e si accomodò con cautela sopra l’uovo. Era ancora caldo; sembrava che fosse appena stato deposto.

La donnola ha colpito e la madre dell’uovo non ritorna. Gemma alleva il pulcino, che chiamerà Piccolo, come fosse figlio suo. Presto però gli animali dell’aia si accorgono che si tratta di un’anatra selvatica e iniziano a schernirlo. Un essere diverso, solo al mondo che, come la sua madre adottiva, deve trovare una propria collocazione e guardarsi dalle mire della donnola.

La vita di Gemma non trova pace, ma è proprio nei momenti di difficoltà che si comprende quanto una fragile gallina possa diventare forte per battersi in ciò in cui crede e, soprattutto, per proteggere chi ama. La morale di questa favola struggente suggerisce infatti che non importa appartenere alla stessa specie per capirsi e per volersi bene. Un po’ come capita in famiglia: a volte ci sono legami di sangue che non sono affatto sentiti e, al contrario, persone estranee unite da grandi affinità. Esistono fratelli che nemmeno si parlano, e sconosciuti che diventano amici e, in seguito, come fratelli.

Aveva imparato una lezione preziosa. Appartenere alla stessa razza non vuole dire per forza far parte di un’unica famiglia felice. L’importante è capirsi. Questo è l’amore! E correndo baldanzosa si mise a cantare.

Questa è la favola triste di Gemma, la gallina che sognava di avere le ali per poter sfuggire alla cruda realtà e volare in terre lontane. Un racconto di coraggio, in cui prevale il senso di maternità, e il fatto che si arrivi a fare qualunque sacrificio pur di salvare la vita a coloro che amiamo.

 

La gallina che sognava di volare
Sun-Mi Hwang
Bompiani, 2014
Pagine: 144
Prezzo di copertina € 11,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa