Le cicatrici dell’anima: intervista a Miriam Ballerini

Dopo L’ultimo petaloBassa marea e Fiori di serra, tra i più importanti, torna con l’ultimo lavoro, tratto da una storia vera, Miriam Ballerini, raccontando una realtà sofferta e ancora piuttosto radicata nei contesti dove a regnare sono la paura e l’ignoranza. Diario di una ragazza del sud, scritto insieme a Lina Piccione, racconta di una storia d’amore vietata, e delle vicissitudini (violente) di una ragazzina a cui sono stati sottratti i sogni in virtù dell’onore! Abbiamo parlato con l’autrice, che ci ha chiarito come è difficile curare le ferite dell’infanzia.

Com’è venuta a conoscenza del dramma di questa storia?
Un giorno mi ha telefonato il mio editore, dr. Stefano Termanini, dicendo che una sua collaboratrice era in possesso di poche pagine di un diario, sul quale c’era la testimonianza vera di una signora. La collaboratrice avrebbe fatto da tramite fra me e la signora della vicenda, rispondendo alle varie domande utili al fine della trama.

Cosa pensa lei, di questa realtà, ancora ben radicata nell’entroterra di alcune zone meridionali?
Non sarei così… legata al territorio. Purtroppo queste vicende riguardano gli esseri umani, si sono sempre vissute e, ancor oggi, c’è chi le vive sulla propria pelle. Ora sentiamo parlare spesso, nella cronaca, di vicende di questo tipo legate al mondo mussulmano, ma per noi italiani, meridionali e settentrionali, non è una novità.

Il padre di Maria Sole: come giudica questa persona?
Quest’uomo è vissuto agendo in base a quanto gli era stato insegnato. Sappiamo bene che ognuno di noi vive secondo quanto appreso dalla propria esperienza personale. Si accenna nel libro a qualcosa di poco chiaro anche nel suo vissuto; aggiunto a tutto ciò l’ignoranza e la mancanza degli strumenti necessari per poter crescere e uscire da quell’ottusa mentalità, ecco che si crea un padre padrone assolutamente terribile.

Si possono “curare” le ferite dell’infanzia ? Come?
È un percorso lungo e faticoso. Se si ha la fortuna di circondarsi di persone positive, ecco che si può allungare una mano e trovare l’aiuto necessario a risalire da quel pozzo oscuro. Credo che le ferite si possano rimarginare, ma rimarranno sempre delle cicatrici; non si può dimenticare.

Il perdono? In cosa consiste realmente?
Il perdono è un sentimento molto personale e intimo. Non lo si può imporre, non lo si può… millantare. C’è chi riesce a perdonare grazie all’aiuto della fede; o chi non la possiede, attingendo a una forza interiore molto importante. Il perdono consente di  comprendere i motivi che spingono una persona a fare del male e provare per questa una sorta di vera compassione. Sbagliare è un’azione che appartiene a ogni essere umano, riuscire a riconoscersi in questo, è di grande aiuto. L’odio danneggia per prima la vittima, perché impedisce a questa di ricostruirsi e ad andare avanti. Il perdono libera l’anima e permette di superare tutto il viscidume dell’accaduto.

Al Nord ci sono mai state realtà simili? In cosa cambia la gestione dei rapporti?
Come dicevo prima, assolutamente sì! Banalmente si dice che ogni mondo è paese. Ovunque può accadere ogni cosa. Anche nella mia realtà sono venuta a conoscenza di episodi simili, di persone costrette a sposarsi con uomini alle quali erano già state promesse da bambine. La differenza sta forse in chi riesce a denunciare, a parlarne, e chi, invece, tace per paura. Fino a poco tempo fa, le donne subivano. L’uomo comandava in casa, era lui il padrone. Chissà quante persone che ora sono anziane, non hanno avuto un matrimonio felice, ma stavano insieme per l’apparenza, i figli, la questione economica. Separarsi era, soprattutto nei paesi dove tutti si conoscono, quasi uno scandalo! Credo che anche al sud sia stata la medesima cosa. Forse lì era più importante il valore che si dava al disonore.

Cosa ha pensato dopo aver “scoperto” questa storia?
Sono stata contenta di aver dato voce a “Maria Sole”. Ho sofferto con lei, sperato con lei. Vissuto con lei la sua sofferenza. Non se sono stata per niente sorpresa, perché, appunto, niente di nuovo nasce sotto il sole… Chissà quante vicende ci sono ancora da raccontare, perché ogni storia è importante per la persona che l’ha vissuta. Chissà se qualcuno potrà riconoscersi, alleggerire un poco la sua sofferenza, proprio perché la può condividere con chi ha provato le sue stesse sensazioni.

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist