Roberto Serafini, che ridà vita al volto di monsignor Jozef Medový

Oggi intervistiamo Roberto Serafini, uno scrittore che ama mettersi in gioco senza dimostrare niente a nessuno.

Jozef Medový. Un voto d’amore per amore degli altri, come è nata l’idea di scriverlo?
L’idea di scrivere un libro sulla vita di monsignor Jozef Medový è nata essenzialmente come mia esigenza particolare di memorizzare e fissare su carta la storia personale di questo bravo sacerdote a cui ero molto legato. La nostra amicizia, coltivata si può dire quotidianamente nell’arco di quasi venti anni, e la grandezza della sua vita, non poteva essere dissipata nel vento oppure lasciata dissolvere lentamente dalla memoria delle persone, sia mia sia di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Ecco, il mio libro è stato sì un omaggio alla sua figura umana e spirituale, ma anche un dono a me stesso e a tutti i suoi amici, nonché ai suoi concittadini slovacchi.

Una frase del tuo libro a cui sei più legato?
Verso la fine del libro, quando narro del triste momento della sua morte scrivo: «Andai subito a Santa Marinella e lo vidi sereno nel suo letto. I suoi occhi azzurri erano chiusi e non guardavano più le cose di questo mondo, ma la luce divina; le sue orecchie non ascoltavano più le parole degli uomini, ma il canto degli angeli; il suo passo incerto e pesante non calpestava più questa terra, ma volava ora libero e leggero fra le nuvole.»

Ma la convinzione che un legame forte possa comunque rimanere, anche con chi, purtroppo, non fa più parte di questo mondo mi porta a scrivere poco dopo un’altra frase molto importante: «L’amicizia però vive al di sopra di ogni cosa, al di là del tempo e dello spazio, e don Giuseppe, l’amico più prezioso che abbia mai avuto, sono sicuro che dal cielo guarda i propri figli e i propri amici, proteggendoli e avendo cura di loro come faceva quando era in vita.»

Il pubblico come risponde ai tuo libri?
Sono molto contento e soddisfatto di come i lettori accolgono i miei libri. Penso che, con il mio stile di scrittura, riesco ad arrivare in modo diretto e immediato a loro.

Scrivere cosa significa per te?
Mi piace scrivere, forse è qualcosa di più di una semplice passione. È anche voglia di mettersi in gioco, senza però cercare di dimostrare niente a nessuno. È puro e semplice piacere, nella speranza di piacere anche un po’ agli altri. Condividere qualcosa di me attraverso le storie che nascono dalla mia fantasia e immaginazione.

Tre aggettivi per descriverti?
Romantico, sensibile, testardo.

Progetti futuri?
Per ora mi dedicherò alla promozione del mio nuovo libro. La storia d’amore e professionale di un giovane giornalista ucciso dalla mafia nel 1960, Cosimo Cristina. Una storia vera e poco conosciuta ma che negli ultimi anni sta riemergendo lentamente dalle nebbie dell’oblio. La particolarità di questo libro è che a narrare gli avvenimenti è la fidanzatina di Cosimo Cristina, la signora Enza Venturelli. Dai suoi racconti ho appunto ricavato la storia e l’ho raccontata in prima persona, dal suo punto di vista. Ho comunque altre storie nuove e interessanti sulle quali lavorare e che spero di sviluppare al meglio per la mie prossime pubblicazioni.

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice