Intervista a Elena Cornacchione

La scrittrice Elena Cornacchione racconta del suo libro Anima e foglie, del suo amore verso Madre Natura che è la protagonista del testo.

Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
Anima e Foglie è un vero e proprio atto d’amore sia verso Madre Natura che verso la mia professione di psicoterapeuta. Dopo tanti anni di attività clinica e sperimentazione, ho sentito il bisogno di condividere attraverso la scrittura, il grande potere terapeutico che possiede la Natura dal punto di vista oltre che fisico, soprattutto psicologico ed emotivo. Fra spazi interni ed esterni, fisici e psicologici, esiste una circolarità virtuosa che permette all’essere umano di ritrovare parti di sé poco valorizzate o totalmente sconosciute. Si tratta di un profondo lavoro di scoperta, creazione, integrazione. Quando l’uomo si separa dalla Natura, perde se stesso e si ammala, viviamo purtroppo in una società innaturale, che ha stravolto il vero significato alla parola “connessione”, concetto animico, spirituale, oggi ridotto alla compulsiva relazione con i dispositivi elettronici e non più alla ricerca della Bellezza di cui ha bisogno la nostra Anima per manifestare la SUA vera essenza. Quindi l’idea è nata dalle esperienze personali e dai percorsi di psicoterapia vissuti con i miei “compagni di viaggio” i pazienti, che si sono affidati a me in più di 20 anni di attività.

Un titolo particolare perché questa scelta?
Ho voluto inserire nel titolo la parola Anima, perché è la parte più preziosa che possediamo, la nostra parte eterna, quella che è capace di Amare, di Essere e manifestare attraverso questo Amore chi siamo veramente. Una psicoterapia che rispetti l’uomo non può trattare i sintomi come se fossero la totalità dell’essere, dimenticandosi che intorno ad essi ci sono altre dimensioni compresa quella spirituale che ha necessità di essere riscoperta, abbracciata, curata per tornare a vivere pienamente, operando un cambiamento. Esiste un “filo sottile” fra la nostra Anima e gli elementi della Natura. Le foglie nascono, crescono, muoiono, ma quando finiscono il loro ciclo vitale, si abbandonano ai piedi della pianta che le ha generate, tornano alle sue radici diventando nutrimento ed il ciclo continua di stagione in stagione. Non siamo proprio educati e preparati a concepire e vivere la nostra interiorità come se fossimo foglie, per questo ritengo che la psicoterapia possa compiere un atto di “responsabilità” e trasmettere l’importanza di recuperare e tornare agli insegnamenti che Madre Natura ci mette sotto gli occhi ogni momento del nostro presente. Basterebbe darsi il permesso di aprirsi a questa possibilità, sperimentandola. 

Cosa rappresenta per lei la scrittura?
La scrittura per me è la realtà di un sogno, è bisogno, è espressione autentica, è strumento di aiuto, di condivisione, è tecnica creativa di guarigione, è scoperta di sé e dell’altro. 

Uno scrittore o una scrittrice a cui è legata?
Ce ne sono tantissimi: grazie al progetto del mio libro ho riscoperto tanti poeti che, nel corso della Storia della Letteratura, hanno saputo riportare alla luce quella meraviglia e sacralità della Natura. Ne cito alcuni: William Wordsworth, Wilhelm Joseph Shelling, Emily Dickinson, Ralph Waldo Emerson, Henry Thoureau ecc.

Prossimi progetti?
Continuare a lavorare nella Natura e con la Natura e scrivere un nuovo libro su una nuova idea su cui sto lavorando.


Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice