Tutte le donne di – Caterina Bonvicini

Parla di donne l’ultimo romanzo della scrittrice di origini bolognesi Caterina Bonvicini, e di rapporti complicati che esse hanno fra loro e con l’unico uomo della famiglia, Vittorio Fumagalli.
Pubblicato da Garzanti nel gennaio 2016, Tutte le donne di è diviso in cinque sezioni relative ad altrettante festività importanti sul nostro calendario – Natale, Carnevale, Pasqua, Ferragosto e Sant’Ambrogio. Ciascun capitolo è narrato, a turno, da tutte le donne protagoniste, che a proprio modo tracciano l’evoluzione della storia.
Riguardo al titolo, in cui sembra mancare una specificazione che invece sarebbe d’obbligo, illuminanti diventano le parole della stessa autrice:

Frida comincia a rendersi conto che lei non può essere nessuno per Francesca. Perché non è una donna di. Il nome nemmeno conta, il succo si concentra nella preposizione. I loro fantasmi abitano in quel complemento di specificazione – in un genitivo, i loro sentimenti. Una preposizione è meno ambigua di un nome. Un nome illude, è una falsa certezza, ti fa credere di sapere chi stai amando. Invece non lo sai mai. Da questo punto di vista, una preposizione è più onesta: ti ricorda solo la tua appartenenza a qualcosa, che tu lo voglia o no.

Siamo a Milano, sul finire del 2014. Alla classica cena della vigilia di Natale sono presenti sette donne. Tutte attendono l’arrivo del loro congiunto Vittorio, un tempo scrittore di successo, ora, professionalmente  parlando, finito un po’ nel dimenticatoio.
Sono Lucrezia, l’anziana madre quasi novantenne, designer di fama mondiale; Ada, la prima moglie, sessantenne di professione giornalista; Cristina, la moglie attuale, quarantaseienne ossessionata dall’ordine e dall’avere sempre tutto sotto controllo; Francesca detta Chicca, sorella quasi sessantenne psicologa e logorroica di Vittorio; Paoletta, figlia trentenne dello scrittore e di Ada, che fa la taxista; Giulia, figlia sedicenne di Vittorio e Cristina, perennemente al cellulare con le amiche; Camilla, giovane ventiseienne, studentessa di Vittorio e sua amante neppure troppo segreta.

A questo appuntamento surreale con tutte le donne della sua vita, però, Vittorio non si presenta. Egli invia un messaggio dove comunica di essersi preso un anno sabbatico e, senza dare ulteriori spiegazioni, scompare nel nulla.
La mancanza di quest’uomo che era un po’ il centro del loro universo, in un primo momento, getta le signore nel panico. Ma poi, col passare dei giorni, esse imparano a convivere col loro dolore e a poter contare l’una sulla presenza dell’altra. Paradossalmente, esse si scoprono vicine e capiscono che quell’amore, che ciascuna desiderava per sé, non era esclusivo ma condiviso. La lontananza di Vittorio, una volta venuta meno la gelosia reciproca, si rivela come un’occasione per sentirsi complici e per iniziare a vedere la vita in modo differente.

Da quando è stata dichiarata l’assenza – Vittorio non c’è! Non c’è! – non solo abbiamo smesso di aspettare, ma anche di litigare. In fondo l’attesa era più logorante le estati precedenti. Intorno all’arrivo di Vittorio – che veniva sempre posticipato, con una scusa o con un’altra – a quanto pare si concentrava tutta la tensione. Adesso sembriamo liberate da ogni aspettativa, meno dipendenti sia dal passato che dal futuro. Addirittura capaci di goderci una giornata.

Al di là delle convenzioni che la società impone, ciascuno di loro – Vittorio compreso – si sentirà libero di essere finalmente se stesso. Una conquista forse avvenuta un po’ tardi, ma pur sempre ottenuta con dedizione e tanta fatica.

Caterina Bonvicini analizza i comportamenti umani ed è abile a dare a ciascuno un proprio registro. Al passo coi tempi, l’adolescente Giulia, alle prese con le prime esperienze sessuali, si esprime con emoticon e abbreviazioni: un linguaggio noto al mondo dei social network. Camilla, sempre un po’ “fuori da se stessa”, si guarda vivere e parla in seconda persona, ritenendosi come una proiezione di sé. Francesca è talmente incapace di ascoltare l’altro, che è descritta da una sua allieva, Frida Cannavò, inspiegabilmente innamorata di lei; la nonna Lucrezia dice sempre la verità, senza filtri, com’è tipico delle persone anziane, e, con la sua ironia pungente, scatena nel lettore esilaranti risate.

Sono donne confuse, alla ricerca di un proprio ruolo, che per anni ne hanno inteso interpretare un altro. Sono esseri umani che indagano sulla propria identità sessuale, o desiderano che qualcuno indichi loro una direzione.
La sparizione di Vittorio Fumagalli viene vissuta come un vero e proprio giallo, ma non è da biasimare se ha voluto dileguarsi. La sua è una famiglia ingombrante, con la quale dover fare i conti.
Tutte le donne di è davvero un bel libro – peccato per la copertina un po’ sottotono. Simile ad una trasposizione teatrale, esso è capace di tenere alta l’attenzione del lettore dall’inizio alla fine, riservando un finale a sorpresa.
Faccio i miei complimenti all’autrice e consiglio a tutti di leggerlo.

 

Tutte le donne di
Caterina Bonvicini
Garzanti, 2016
Pagine 196
Prezzo di copertina € 16,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa