Il tizio della tomba accanto – Katarina Mazetti

Ho accettato il suggerimento di un’amica e ho letto lo spassoso romanzo Il tizio della tomba accanto della svedese Katarina Mazetti (Elliot Edizioni, 2010). I giudizi su quest’opera, basata sul confronto fra due persone che più diverse non potrebbero essere, sono positivi. È uno scritto che fa riflettere sulla solitudine e sull’amore, ma soprattutto sull’incapacità di riconoscere un sentimento importante, quando finalmente si presenta a sconvolgerci la vita. È come se gli esseri umani fossero incapaci di venirsi incontro e rinunciare ciascuno ad un po’ di sé, per amore dell’altro. Rimanendo rigidi nelle loro convinzioni, anziché cambiare e smussare un po’ i propri “spigoli”, essi preferiscono rimanere soli; oppure provano a realizzare altri legami –  con gente più simile –, che però rimangono incolore, perché privi di passione.
A questo romanzo, tradotto in numerosi paesi e da cui è stato tratto anche un film, ha fatto seguito Tomba di famiglia, pubblicato sempre dalla medesima casa editrice. Come il primo, ho sentito dire che abbia il pregio di essere leggero ed ironico, seppur nelle sue trame introspettive, e induca a fare non poche risate.

Il tizio della tomba accanto propone una strana coppia: una bibliotecaria e un allevatore di mucche da latte, che s’incontrano al cimitero. Lei è Desirée e vive in città, in un appartamento pieno di libri coi mobili tutti bianchi. Suo marito, biologo, ha avuto il cattivo gusto di morire giovane, investito da un camion, e lei, mentre si reca regolarmente sulla sua tomba, non può fare a meno di esserne risentita. Al cimitero incontra spesso un tipo che fa manutenzione alla tomba accanto, piena di angeli e decorazioni di gusto pacchiano. È Benny, che dopo la morte della madre vive da solo in campagna, nella fattoria di famiglia. L’uomo ha dovuto imparare a cavarsela, e ogni giorno fronteggia un massacrante turno di lavoro, che poco spazio lascia alla vita sociale. D’altra parte, non potrebbe essere altrimenti, con ventiquattro mucche da latte da accudire.

Qualche settimana fa ho visto per la prima volta il figlio in lutto davanti alla lapide. È un uomo della mia età con una giacca a vento sgargiante e un berretto a visiera con il paraorecchie e la calotta più alta davanti, all’americana, con la scritta Unione Silvicoltori. Era lì che rastrellava e zappava furiosamente in mezzo al vivaio.

All’inizio i due non si sopportano, perché è come se s’incontrassero culture completamente diverse. Insieme, non potrebbero sembrare più sbagliati, l’uno per l’altra. Eppure, a lungo andare fra loro scatta qualcosa: all’attrazione reciproca non si può comandare. Sebbene entrambi siano consapevoli della loro diversità e non desiderino diventare parte integrante della vita dell’altro, insieme stanno bene e provano un genuino entusiasmo nell’incontrarsi – il più delle volte nella casa ricoperta di centrini ricamati di Benny, ricordo della sua defunta madre.
Ma una coppia non può chiudersi in casa in eterno. Prima o poi deve fare i conti con la società e le sue convenzioni, che sicuramente mettono a dura prova la loro relazione.
Alla soglia dei quarant’anni, l’orologio biologico scorre veloce. Sarà il caso di non rivedersi più, oppure di impegnarsi per riuscire a creare un giusto compromesso, dove entrambi non debbano del tutto annullare la propria personalità?
L’autrice divide i capitoli in punti di vista. Prima parla lei, poi lui: due modi diversi di concepire gli stessi eventi. Così è vietato annoiarsi, e la lettura risulta davvero divertente.
Consigliatissimo! Avete la mia parola.

 

Il tizio della tomba accanto
Katarina Mazetti
Elliot, 2010
Pagine 240
Prezzo di copertina € 16,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa