Nascosti davanti a tutti – Fabrizio Manzetti

Ho già avuto modo di esprimermi riguardo al presunto scarso consumo di racconti del lettore medio italiano, il quale stando alle ricerche e alle classifiche tende a considerare più congeniali le dinamiche della narrativa di ampio respiro, ovvero del romanzo: però i libri di racconti esistono, e stanno ricevendo un interesse nuovo effettivamente meritato, grazie anche alla costante opera di scouting e promozione di questo genere letterario operata da riviste culturalmente attrezzate e attente, come ad esempio Colla, Effe, Tre Racconti, Cattedrale e molte altre.

Una piccola e insolita raccolta di racconti è quella di Fabrizio Manzetti, coautore del libro Culture digitali: giovani, letteratura e nuovi media (Universitalia), al suo esordio letterario con Nascosti davanti a tutti (Augh! Edizioni). La raccolta si compone di 16 istantanee narrative, “piccole fotografie dell’uomo qualunque” scattate dall’autore con l’intento di «rendere universali le storie che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, e a cui facciamo sempre meno attenzione». La volontà di porre per un attimo l’accento su vicende altrimenti bypassate nello scorrere caotico della nostra contemporaneità è evidente anche nel titolo, ossimorico ma efficace: “nascosti davanti a tutti” può essere una buona formula per esprimere sia l’ordinarietà delle vite raccontate, sia al contrario la loro particolarità, che resta però invisibile, offuscata dalla disattenzione, dai pregiudizi, da una distrazione generalizzata della quale il nostro tempo soffre in molti campi del reale, dalla fruizione delle notizie alle relazioni interpersonali.

«Cosa c’è nel microcosmo di una vita ordinaria? Di tutto. Basta fermarsi e osservarla così com’è». Fabrizio Manzetti fa proprio questo, osserva, entrando e uscendo da vite qualsiasi di uomini e donne, leggendo i loro pensieri, le loro piccole insoddisfazioni, i loro drammi silenziosi, in un microcosmo di appartamenti, stanze, strade cittadine, parchi che riflettono l’alternarsi delle stagioni. Ci sono i problemi di coppia di un uomo e una donna separati, ma che in fondo non hanno motivo per esserlo, c’è l’odissea quotidiana di un senzatetto romano di ben altre – e alte! – origini, ci sono due anziani coniugi che non hanno mai parlato sul serio, e gli slanci lirici iper-letterari di un uomo che tutti considerano ritardato. C’è la routine familiare di una donna indipendente, alle prese con il ricovero in ospedale del padre in fin di vita, e ci sono le forti inquietudini di un ragazzo di nome Fosco, che si misura a colpi di sofismi con una psicoterapeuta conosciuta su internet dando voce alle perplessità del giovane autore:

«No, non è vero. Non ho mai agito contro la mia natura e ho cercato sempre di ascoltare i miei stimoli. Ma si guardi intorno, è un mondo altamente pruriginoso e competitivo. Un mondo che ha creato nuove paure di plastica e nasconde l’antidoto. E non parlo di uniformità quando dico di volermi sentire parte di un insieme, ma di normalità. Vede dove ci ha portato tutto questo? A rimaneggiare nuove aspirazioni. Probabilmente vedevate il progresso come una calda carezza in cui poggiare il viso, e la parola “borghese” aveva un senso. Probabilmente potevate vivere da soli, la siepe del vostro giardino era fitta quanto la vostra rigogliosa libertà. Ma qui siamo in un’altra realtà, in una realtà in cui l’obiettivo è sentirsi normali. Il cielo non ha più colori nuovi. Il progresso si sta esaurendo in un appiattimento preparato, confezionato e venduto come nuova libertà. Questa porta con sé nuove paure claustrofobiche che, si fidi, non si possono affrontare. Tutto è ovunque, tutti sono ovunque, niente è più niente».

Nonostante alcune imperfezioni e alcuni passaggi divaganti probabilmente ascrivibili a una grande fantasia, l’autore denota una spiccata sensibilità, e una capacità di osservazione dei dettagli fuori del comune. L’attenzione riposta nei piccoli spostamenti psicologici ed emotivi di personaggi in gran parte femminili, peraltro, e la scelta delle tematiche trattate, fanno accostare questi brevi racconti più che a certe prove della narrativa contemporanea ad un genere di novelle di altri tempi, nelle quali la coincidenza, le malinconie, l’episodio lacrimevole costituiscono spesso lo spunto della narrazione.

Un linguaggio per lo più semplice, ma nutrito di letture, intessuto sia di espressioni del parlato sia di personalissimi e a volte coloristici accostamenti di parole, fa di Nascosti davanti a tutti un libro originale, che risponde in maniera personale all’omologazione di alcune proposte, e fa ripensare a quella parola un po’ in disuso ma ancora significativa, “sognatore”.

 

Nascosti davanti a tutti
Fabrizio Manzetti
Augh edizioni, 2016
Pagine 118
Brossura € 12,00

 

Teodora Dominici

Articolista, collaboratrice editoriale free-lance e scrittrice in pectore