L’ombrello di Nietzsche – Thomas Hürlimann

Lo scrittore svizzero Thomas Hürlimann è tornato con un saggio filosofico sottoforma di racconto biografico. L’ombrello di Nietzsche è un’opera breve, che si legge rapidamente, ma di una profondità disarmante. Uscito nel febbraio del 2017, il libro ha la copertina molto curata – e colorata – che è tipica della casa editrice Marcos y Marcos, con tanto di provvidenziali bandelle. I caratteri grandi, così come la carta spessa e preziosa, contribuiscono a fare di questo scritto un piccolo capolavoro. Soprattutto perché, nel campo dell’odierna editoria, non esistono molti testi di filosofia che abbiano un approccio così diretto.

Oltre a trattare di Friedrich Nietzsche, il filosofo tedesco che ha influenzato tutto il pensiero occidentale e creato una vera e propria frattura col passato, qui l’autore si serve dell’ausilio di un gatto e della narrazione di alcuni fatti personali. Professando la morte di Dio e intravvedendo un ineluttabile ciclo di “eterno ritorno”, Nietzsche è stato un rivoluzionario.
Partendo dal presupposto che tutti i buoni pensieri nascano mentre si è in cammino, l’autore ci parla del soggiorno del filosofo a Sils Maria, nella valle montuosa svizzera chiamata Engadina, nell’estate del 1881. Le mete d’alta quota, si sa, hanno sempre il potere di sedurre i visitatori, e così è capitato anche a Nietzsche, che si è innamorato di quel posto a poca distanza da St Moritz. In quanto luogo in grado di infondere concentrazione, è divenuto una vera e propria “musa ispiratrice” per quella che sarà la sua opera più rivoluzionaria, Così parlò Zarathustra.

Ecco quindi che un oggetto semplice come un ombrello, rosso, nel caso di quello posseduto dal filosofo, è spunto per un dissertazione approfondita. L’ombrello, considerato dal pensiero antico e orientale come una sorta di “volta” che protegge l’uomo e che divide la terra dal cielo, diventa un punto fatale di rottura. E, tolta la “cupola”, anche il bastone viene investito di simbologia. Base che tiene ancorato l’uomo alla terra, tema tanto caro alla filosofia nietzschiana, esso incarna un simbolo dell’antica Grecia. Riconducibile al bastone di Asclepio, associato alla medicina, consiste in un serpente attorcigliato ad una verga.

In una mattina d’estate, Nietzsche parte per una passeggiata nei boschi. Come spesso succede in montagna, il tempo cambia in maniera repentina. All’orizzonte c’è un temporale, e l’ombrello diventa il mezzo attraverso cui si sviluppa il suo nuovo modo di pensare. Che ne è dell’uomo, se rimane sotto la volta celeste senza protezione? Magari bastasse il riparo di un ombrello, per salvaguardarsi.

«Sul Piz Surlej gli piomba addosso come un fulmine l’idea che non ci sia un confine fra i due mondi, che il presunto mondo superiore e il nostro mondo terreno siano la stessa cosa. Per questo Nietzsche si definisce il primo dei nichilisti. La patria dell’anima è perduta, ciò che una volta era divino ora è una desolazione tollerabile solo per chi afferma la morte della propria anima e tuttavia continua a esistere, esistendo nel vuoto.»

Dopo, niente sarà più come prima. La pazzia dell’ultimo periodo, quello torinese che nel 1900 lo porterà alla morte, forse derivata da un morbo degenerativo o dal tentativo di nascondere una malattia venerea – la causa non è mai stata ben identificata –, vede il filosofo arrendersi agli elementi della terra, come in quel giorno in cui ha dovuto fare a meno della protezione del suo ombrello, strappato dal vento, in balia del temporale.

Il gatto Mufti segna il cammino, educando il suo padrone – l’autore di questo saggio – a seguire quella vita in continuo divenire. Talvolta, un aiuto provvidenziale giunge quando meno sembrerebbe probabile – e mi riferisco ad un incidente occorso allo scrittore, di cui egli fa menzione proprio in questa storia.
Le parole della traduttrice, Mariagiorgia Ulbar, sono illuminanti e preziose:

«Quando ho avuto in mano per la prima volta questo libro e l’ho letto, ho fatto due considerazioni: è un libro breve che si legge con gusto e scioltezza ed è un libro che ti tira dentro la filosofia del Novecento con un amo che è un ombrello rosso e che, se non pretende la conoscenza dello specialista in filosofia, verso il mondo della filosofia con baldanza ci spinge, ci spinge verso il gusto della dissertazione filosofica e del piacere del ragionamento.»

 

L’ombrello di Nietzsche
Thomas Hürlimann
Marcos y Marcos, febbraio 2017
Pagine 64
Brossura: € 14,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa